Con Vinny Paz la sfiga va presa a pugni in faccia
Se state passando un brutto momento, se avete voglia di mollare tutto, se siete stanchi di combattere per una vita che non è altro che un susseguirsi di sfighe, questo articolo è per voi.
Tempi moderni richiedono fiabe moderne.
E allora lasciate che vi racconti di Vinny Paz, pugile italoamericano che negli anni ’90 incassò un brutto gancio destro dalla vita e fu quasi messo K.O.
Uomo dalla condotta discutibile, che negli ultimi anni ha fatto parlare di sé per episodi violenti e misogini, sarà qui elogiato per una cosa sola: la sua lotta contro la sfiga.
In seguito a un brutto incidente stradale – avvenuto all’apice della sua carriera, quando si era appena aggiudicato il titolo di campione mondiale nella categoria superwelter WBA – si ruppe due vertebre del collo, ricevendo la peggiore condanna che un atleta possa mai ricevere. Non avrebbe più potuto combattere e, quasi sicuramente, nemmeno camminare.
Senza perdersi d’animo, Vinny ignorò la diagnosi dei dottori. In un tentativo disperato di fargli recuperare almeno la mobilità, gli fu montato un collare di metallo con quattro viti inserite nel cranio così da tenergli i muscoli del collo in tensione per otto mesi.
Nonostante i medici gli avessero ordinato assoluto riposo, Vinny riprese ad allenarsi di nascosto per rinforzare schiena e collo e, soprattutto, per avere una ragione per continuare a vivere.
Appena tredici mesi dopo l’incidente, Vinny tornò sul ring, lasciando sbalorditi sia i dottori che lo davano per spacciato sia i suoi fan, che lo videro trionfare sul ring contro il pugile dominicano Luis Santana.
Da quel momento la sua carriera è stata un susseguirsi di alti e bassi, anche legati alla sua condotta violenta, ma non siamo qui per celebrare l’uomo, bensì la determinazione a non lasciarsi andare nel momento in cui si è perso tutto.
Fa sempre bene ricordare che l’impossibile talvolta è possibile, non trovate?
Claudia Moschetti
Fonte copertina L’ultimo uomo
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