Dietro le quinte di Akkademia con Nino Orfeo
Chi non è mai stato a teatro?
Che sia un’opera lirica o commedia, ritrovarsi faccia a faccia con il palcoscenico è un’emozione unica.
Beh, questo dal punto di vista degli spettatori.
Gli attori, prima di entrare in scena, hanno bisogno di una lunga preparazione. Prima di tale momento, però, è bene sapere che la strada di un artista teatrale non è tutta in discesa.
Oggi vi porterò con me dietro le quinte di corso teatrale per giovani e bambini. Entriamo nel magico mondo di Akkademia.
All’Istituto Salesiani di Napoli, ogni lunedì si svolge il corso di teatro tenuto da Nino Orfeo, insieme all’insegnante di psicodramma Maria Pirozzi.
Il maestro spiega ai ragazzi come stare sul palco, quali sono le posizioni da tenere e come muoversi. Si passa poi alla “palestra emotiva”, durante la quale i giovani attori devono riuscire a manifestare un’emozione al pubblico.
Viene chiesto quindi di essere tristi, arrabbiati e impazienti.
Attraverso sguardi, movimenti del corpo e voce si esternano le emozioni. Un attore deve essere, prima di tutto, naturale e credibile per gli spettatori.
Insomma, è necessaria una vera e propria dote naturale.
Proseguendo con l’incontro, viene chiesto ai più grandi di drammatizzare un ricordo d’infanzia, ed ai più piccoli un sogno. Tutti insieme devono collaborare alla riuscita della messa in scena dell’evento.
Scegliendo un volontario e fatto esporre il proprio sogno, si passa all’analisi della scena, poi alla scelta dei personaggi e la disposizione sul palco e, infine, si pensa ad una conclusione.
Proprio come in una compagnia di teatro, il regista (il bimbo scelto) da indicazioni agli altri in modo da ricreare al meglio il suo sogno.
La realtà si fonde con l’immaginazione e con l’inconscio del giovane rendendo l’interpretazione unica e personalizzata.
È proprio questo l’obiettivo della psicodrammaturgia: analizzare i sentimenti personali ed esternarli.
Con questa tecnica, le emozioni vengono fuori come fiumi, talmente tanto forti da commuovere gli spettatori. La scena appare reale perché il sentimento fuoriuscito è vero.
Bene, sono riuscita a toccare le vostre emozioni e la vostra curiosità? Se la risposta è no, ci penserà l’insegnante Nino Orfeo.
Nino vuoi parlarci di te? Di cosa ti occupi e quali sono stati i tuoi studi?
«Io parto come perito elettrotecnico, un tipo di studi che è completamente avulso da tutto ciò che faccio. Proprio da questa scuola è nata la passione per il teatro perché il mio prof, con cui facemmo dei provini, mi scelse per un pulcinella nel 1983.
Da 20 anni è diventata anche “professionistica” nel senso che ci abbiamo anche “guadagnato”. Di solito, quando si fanno queste professioni artistiche, se non guadagni non sei professionista e questa è una delle cose che tutti gli attori rivendicano.
Ho lavorato e lavoro ancora in un negozio di gioielleria. 10 anni fa ho preso un master in Formazione teatrale pedagogica. Svolgo l’attività da 10 anni in una scuola qui a Napoli. Conosco da quasi 20 anni il direttore di Akkademia, Luciano Nozzolillo, con il quale, da diverso tempo, collaboriamo con la sua Accademia teatrale. Mi occupo della parte non adulta».
Come mai questa scelta di avvicinarti ai giovani ed ai bambini?
«I bambini hanno la particolarità di non avere sovrastrutture quindi di avere libertà di poter esprimersi, rispetto agli adulti. Nella drammatizzazione c’è sempre questa difficoltà di esprimere ciò che sei. A me sono sempre piaciuti i bambini e i ragazzi e c’è questa grossa sinergia con loro. Mi piace tanto formare, è una delle cose che ho insite come indole e talento.
Ho conosciuto Luciano Nozzolillo con Un posto al sole. Lui è stato uno dei miei maestri con cui ho avuto il primo approccio, il primo incontro vero da professionista.
Operiamo qui, come hai potuto vedere, in questo progetto che ha una sinergia con la dottoressa Maria Pirozzi, l’insegnante di psicodrammaturgia.
Come hai visto, quando ti immergi veramente sei anche tu in prima persona emotivamente provato».
Cos’è il teatro per te?
«Il teatro rappresenta tutto ciò che fa parte di un tuo vissuto che riesci a mettere in pratica. Diceva Copeau che “Non c’è teatro laddove la vita è piena, dove si è soddisfatti. Il teatro nasce dove ci sono delle ferite, dove ci sono dei vuoti”.
Edoardo de Filippo diceva che “Lo sforzo disperato che compie l’uomo nel tentativo di dare alla vita un qualsiasi significato è teatro”.
Il teatro è tutto ciò che riesci ad esprimere in maniera efficace attraverso le situazioni tragiche e divertenti, riuscendo a sintetizzarle e comunicarle».
Insomma, ci siamo immersi nel fantastico mondo teatrale, ricco di immaginazione, ma anche di tanta realtà ed emotività. È proprio questo lo scopo del teatro, rendere vere le emozioni provate e trasmetterle al pubblico.
Martina Maiorano
In copertina la locandina ufficiale di Akkademia
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