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Liberato (in)canta ancora

Anche quest’anno Liberato ha onorato la tradizione: lo scorso 9 maggio è uscito Liberato II, l’attesissimo album con sette nuove canzoni che hanno fatto letteralmente impazzire i fan. 

Nessuna delusione: gli incastri di parole, il mistero dei video e l’inconfondibile sound sono un vero e proprio regalo per le orecchie e l’anima degli ascoltatori.

Ogni poeta ha la sua musa e quella di Liberato è senza dubbio Napoli: dalle primissime tracce a queste ultime, la città prende vita nelle sue strofe sotto forme sempre diverse. Questa volta si fa spazio una Napoli lontana, leggendaria, astratta. 

È Partenope ad aprire le danze, la sirena che prima incanta e poi distrugge, la cui bellezza ammaliatrice maschera un potere mortale e dissacrante. Il suo fascino fa da protagonista nelle sale di Palazzo Reale, dove una nobiltà decadente e priva di spirito nulla può contro la purezza della creatura mitologica. 

Liberato con Partenope canta la nascita di Napoli e ripercorre la storia della sua patria non solo facendo riferimento a luoghi magici e angoli nascosti della città, ma anche ai brani più famosi della nostra tradizione musicale, rievocando direttamente Roberto Murolo con “Cammesella” e “Scalinatella”. Del resto, l’omaggio esplicito alla canzone classica napoletana arriva con l’originalissimo remix di “Cicerenella”.

Se il videoclip di “PARTENOPE” è di per sé eloquente, quello di ANNA negli ultimi giorni è stato oggetto di acute e sorprendenti fantasticherei da parte dei fan.

Il titolo del pezzo e il quadro in movimento delle donne che occupano la scena potrebbero voler essere un’allusione alla triste leggenda di Anna Carafa, nobildonna ricordata per la sua terribile perfidia e per aver commissionato, nei primi anni ’40 del 1600, la costruzione di uno degli edifici simbolo di Napoli, il famoso Palazzo Donn’Anna a Posillipo, una meravigliosa finestra sul mare.

Public domain, via Wikimedia Commons

Donna Anna Carafa era solita organizzare preziosi ricevimenti presso la sua maestosa residenza, a cui accorreva la migliore nobiltà spagnola e napoletana dell’epoca. Gli invitati si dilettavano nelle rappresentazioni sceniche, piccoli teatrini allestiti per passare il tempo. 

Una di queste commedie vide come protagonista la bella Donna Mercedes con il ruolo di schiava innamorata del suo signore, impersonato da Gaetano di Casapesanna, amante segreto della padrona di casa Carafa. Il bacio finale tra i due attori fu così realistico e travolgente da lasciare senza parole gli spettatori, donn’Anna compresa, che in preda ad una bruciante gelosia negò l’applauso ai suoi talentuosi ospiti.

Donna Mercedes scomparve misteriosamente e si diffuse la diceria che fosse stata rinchiusa in un convento da qualche parte in Italia o forse in Francia, in Spagna, in Ungheria… 

Gaetano la cercò disperatamente a lungo, ma non la trovò mai.

VesuvioLive

La leggenda vuole che, di tanto in tanto, i fantasmi degli sfortunati innamorati appaiano tra i corridoi di Palazzo, dove vaga ancora lo spettro crudele di Donna Anna Carafa.

Chissà che Liberato non abbia voluto chiederle: Anna, ma ch’ staije creann?!

Maria Paola Buonomo
Illustrazione di Enza Galiano

Maria Paola Buonomo

Laureata in Lettere Moderne, filologa in fieri, scrivo per sperimentare e accrescere il mio ego. Tra un esame e l’altro, mi cimento ai fornelli come piano b per il futuro (ma qual è il piano a?!). Sono una fastidiosissima ritardataria cronica, ma non è certo un difetto, anzi, è il mio punto forte: vivo con calma… Nel sangue mi scorre indecisione mista ad incoerenza. Il caos è il mio spirito guida. Rispetto la natura e ogni forma di vita, tranne gli esseri umani. Condivido il cuore con il mio cane.
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