Moon Knight: il supereroe Marvel dalla personalità multipla che ha il favore degli egizi
Moon Knight è la serie Marvel che non ti aspetti il cui protagonista è frammentato in diverse identità.
Oscar Isaac ha avuto ciò che si merita.
Dopo aver interpretato un personaggio completamente inutile in Star Wars, ha ottenuto finalmente un ruolo degno delle sue capacità: quello del protagonista della serie Moon Knight, su Disney+.
La ricetta è questa: prendete il film Split di M. Night Shyamalan, il cui protagonista è uno psicopatico con 25 personalità, ripulitelo dalla parte più violenta e aggressiva e miscelatelo con un cinecomics ben riuscito. Condite tutto con una bella spolverata di cultura dell’antico Egitto rimaneggiata e voilà, il piatto del mercoledì sera su Disney+ è servito!
Sei episodi che, come quelli di Wanda Vision, confermano che il futuro Marvel, qualitativamente parlando, è nelle serie.
Format di successo in cui è possibile spalmare il surreale passo dopo passo e svelarne il senso con le giuste tempistiche.
Ma alla fine, di cosa parla sta serie?
Il tutto inizia proiettandoci nella vita di Steven Grant, addetto del museo Egizio de Il Cairo. Il ragazzo è insicuro quando innamorato della storia dell’antico Egitto, che conosce come le proprie tasche.
Strani eventi giungono a sconvolgere la sua esistenza ordinaria: Steven si trova all’improvviso senza lavoro, coinvolto in affari pericolosi e, soprattutto, condivide il corpo con un altro sé di nome Marc Spector.
Il suo alter ego, che si manifesta come una voce che gli parla attraverso il proprio riflesso, ha un carattere deciso, una moglie da cui sta divorziando e, dettaglio non trascurabile, si trasforma in un super combattente vestito di bianco che combatte in nome del dio egizio della luna Khonsu.
Le cose si complicano ulteriormente quando entra in gioco Arthur Harrow, fanatico devoto alla divinità della giustizia Ammit.
Si tratta di un villian ambiguo e sibilino, che nella serie si presenterà anche nelle vesti del Dottor Emmit, psichiatra di Marc Spector. In un susseguirsi di eventi ai limiti dell’assurdo, lo spettatore verrà catturato e finirà col chiedersi: Steven Grant è l’alter ego di Marc Spector o viceversa?
E soprattutto, se tutti quelli che pensano semplicemente che il ragazzo sia un pazzo avessero ragione?
Sara Picardi
Illustrazione di Giuseppe Armellino
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