Ripetiamo insieme: Francesco Petrarca non ha scritto solo il Canzoniere
Petrarca, come sappiamo, è famoso per aver cantato l’amore che ha provato per tutta la vita per Laura, anche dopo la sua dipartita.
I manuali scolastici dedicano pagine e pagine a quella che è la sua opera magna, il Rerum vulgari fragmenta ma in realtà Petrarca ha scritto altre opere degne di essere prese in considerazione
De Africa
Iniziato nel 1337 e mai completato, il De Africa è un poema epico che racconta l’impresa di Scipione l’Africano, il generale romano che sconfisse il cartaginese Annibale.
In particolare, il poema si concentra sulla più straordinaria delle vittorie che i romani ottennero contro i cartaginesi: quella di Zama.
Ci restano solo nove dei dodici o ventiquattro libri che inizialmente dovevano comporre l’opera – un’opera per essere considerata di prestigio doveva aggirarsi attorno a questo numero totale di libri – ed è l’opera latina più importante del poeta, quella che gli valse l’incoronazione sul Campidoglio.
De Viris Illustribus
Petrarca iniziò a comporre l’opera prima del De Africa a cui poi riservò tutte le attenzioni, tornando solo in seguito sul De viris illustribus, opera a cui lavorerà fino alla morte.
Contiene in sé 36 biografie di uomini illustri, alcune più lunghe ed altre più brevi. Il progetto iniziale prevedeva il racconto degli uomini che avevano reso grande la prima parte della storia dell’Impero Romano, da Romolo a Tito.
Ripresa l’opera nel 1351, però, Petrarca cambiò disegno inserendo personaggi anteriori a Romolo come Ercole e Adamo.
Secretum
Il Secretum è l’opera più intima e personale del Petrarca, proprio per questo intitolata anche De secreto conflictu curarum mearum (Riguardo al segreto conflitto delle mie angosce).
Ideata attorno al 1342, come da volontà dell’autore rimase segreta a molti fino al 1376. L’opera si presenta come una sorta di lunga confessione, in cui Petrarca parla liberamente delle sue paure e delle sue angosce, dei tormenti interiori che lo affliggono e che lo allontanano da quella che sa essere la retta via da seguire.
In particolare, è il vizio dell’accidia che lo allontana dalla strada maestra. Questo sfogo personale si svolge alla presenza di due uditori: Sant’Agostino e una donna muta, personificazione della Verità.
Sant’Agostino, uomo che aveva conosciuto il peccato prima della salvezza è il modello in cui Petrarca si ritrova. Modelli letterari sono invece il De consolatione philosophiae di Boezio e il De tranquillitate animi di Seneca.
De remediis utriusquae fortunae
È un’opera in prosa latina composta da 254 scambi di battute tra entità allegoriche. Il testo si pone come obiettivo quello di preparare gli uomini a saper rispondere ai colpi della Fortuna, sia buona che avversa.
Trionfi
Altra opera allegorica, l’unica scritta in volgare insieme al Canzoniere.
Attraverso una sfilata di maschere su carri – i Trionfi, appunto – Petrarca racconta il percorso dell’uomo dal peccato alla redenzione. Come il tema richiama quello del viaggio dantesco, così Petrarca si rifà a Dante per la struttura, utilizzando la terzina.
Nei Trionfi vengono ripresi temi già trattati nel Canzoniere, come quello della morte. E verrà fatto un ultimo riferimento alla donna amata ormai defunta, Laura.
Maria Rosaria Corsino
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Copertina: RaiCultura