L’estate è queer su Fire Island
Nello Stato di New York, al largo della Great South Bay, si estende per circa 50 chilometri la bella e selvaggia Fire Island.
Storicamente abitata da numerose tribù native americane prima di essere colonizzata da olandesi e inglesi, oggi punto di ritrovo per la comunità LGBTQ+ che sceglie le sue spiagge e i suoi resort per trascorrere le vacanze estive all’insegna del divertimento e della più assoluta libertà d’espressione.
Raggiungibile in traghetto da New York, Fire Island è un paradiso verdeggiante baciato dall’oceano, preservato grazie alla scarsità di abitanti nei periodi freddi – i residenti fissi sono circa 400 – e alla totale assenza di veicoli a motore che limita di molto l’inquinamento.
Il fascino dell’isola è nella sua lentezza, nel modo in cui la bellezza dei luoghi costringe a rallentare per godersi il presente. Si cammina a piedi fino al faro o si gira in bici, si avvistano animali selvatici nei parchi e sulle spiagge dalla sabbia bianchissima, e nelle giornate buone si distingue a occhio nudo lo Skyline di Manhattan.
Il tempo lento del giorno cede poi il passo ai ritmi frenetici della notte, in cui si susseguono feste ed eventi pensati soprattutto per la comunità LGBTQ+ che ha scelto l’isola come luogo di ritrovo e rifugio estivo.
Negli anni Settanta, infatti, Fire Island divenne un simbolo di libertà sessuale per gli omosessuali newyorkesi fortemente giudicati dalla società americana e limitati nelle loro scelte di vita.
Un grande contributo alla notorietà dell’isola fu dato dall’architetto Horace Gifford, che progettò circa sessanta case in stile modernista, seduttivo come suggerisce il titolo Architecture of Seduction, libro pubblicato nel 2013 da Metropolis Books che ne raccoglie gli scatti più iconici.
Lo splendore acquisito da Fire Island grazie alle case di Gifford attirò moltissime celebrità che ne accrebbero la fama: Marilyn Monroe, Elizabeth Taylor e Montgomery Clift per citarne qualcuna. E fu proprio sull’isola che l’autore Truman Capote scrisse l’iconico Colazione da Tiffany, amatissimo da chiunque, sì, ma in special modo dalla comunità gay.
Insomma, con il suo fascino naturale, storico e architettonico, Fire Island si presenta come la perfetta meta turistica per chiunque voglia alternare una quiete contemplazione della natura allo sfrenato desiderio di divertirsi.
Claudia Moschetti
Fonte copertina da ASIATICAFILMMEDIALE
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