Non starla a sentire! Cassandra, la sacerdotessa sventurata
Non sempre tutte le storie hanno il lieto fine.
Soprattutto se sono storie antiche che parlano di guerre e rapimenti, cavalli di legno e mele d’oro.
L’Iliade sarà anche un capolavoro ma di certo non è una fiaba. Tra i personaggi più famosi del poema omerico spiccano gli eroi come Ettore, Achille, Odisseo.
Ma l’Iliade è fatta anche di tanti personaggi femminili: Elena, Ecuba, Andromaca, Cassandra etc.
Forse insieme ad Elena è proprio Cassandra uno dei nomi femminili più familiari, non tanto per essere un personaggio mitologico quanto piuttosto per essere portatrice di notizie infauste.
Figlia di Priamo ed Ecuba, sorella gemella di Eleno nonché sorella dei troiani Ettore e Paride, Cassandra era annoverata tra le donne più belle di Troia.
Sacerdotessa del santuario del Dio Apollo, probabilmente ricevette da lui il dono della divinazione. Dono che, poi, divenne una maledizione.
Secondo alcuni, il dono della divinazione di Cassandra sarebbe spettato anche al gemello Eleno, a causa di un episodio avvenuto quando entrambi erano molto piccoli: nascondendosi nel tempio di Atena durante il compleanno di Priamo, i due furono dimenticati lì dai genitori, complice il vino.
Quando Ecuba se ne accorse – il giorno dopo, per dire – corse al tempio trovando due serpenti che sibilavano nelle orecchie dei bambini addormentati.
Ma il mito più famoso è quello che vede protagonista il Dio Apollo, protettore della poesia e della musica. Sembrerebbe, da una prima versione, che Apollo avesse dato a Cassandra il dono della profezia in cambio del suo amore.
Cassandra, accolto il dono, rifiutò poi di cedere al Dio che, per punirla – ricordiamo che gli dei greci erano molto, molto vendicativi – le sputò sulle labbra. E così Cassandra non solo prevedeva le disgrazie ma nessuno la stava a sentire.
Secondo un’altra versione, molto simile alla prima, Cassandra non si approfittò del Dio ma fuggì dalla sua violenza. Fu Cassandra la prima ad avvisare i Troiani dell’inganno del cavallo ma nessuno, tranne Laocoonte, le crebbe.
Durante l’assedio di Troia fu violentata e rapita da Aice nel tempio di Atena. Nell’ultimo, disperato tentativo di salvarsi, Cassandra si aggrappo alla statua della Pallade che Aiace fece cadere. Atena maledisse gli eroi greci e nessuno di loro ebbe ritorno felice in patria.
Dopo la guerra, Cassandra divenne la schiava personale di Agamennone, predicendo a quest’altro la violenta morte che lo attendeva: un omicidio organizzato dalla moglie Clitemnestra e dal nuovo amore di lei, Egisto.
Agamennone, ovviamente, non le crebbe e la storia ebbe un epilogo tragico in cui perse la vita la stessa Cassandra.
Maria Rosaria Corsino
Copertina: Wikipedia
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