Possiamo averne ancora di “Fiabe per rimettersi al mondo”?
Giovannino Perdigiorno, un grande viaggiatore, girovagando per il mondo arriva nel Paese con la S davanti.
È un paese stranissimo, dove gli Stemperini fanno ricrescere le matite e dove, se ti manca un cappotto o una camicia, puoi semplicemente prenderli dallo Staccapanni.
È con la fiaba di Giovannino Perdigiorno che si è aperto, ieri sera, presso IAV – In Arte Vesuvio, lo spettacolo Fiabe per rimettersi al mondo, in collaborazione con Campania Teatro Festival, scritto e magistralmente interpretato da Luca Iavarone.
E, insieme a Giovannino, anche noi abbiamo iniziato il nostro viaggio, in una piccola sala accogliente, su un palco circondato da grandi lego colorati.
Le fiabe, favole e filastrocche, lette da Luca Iavarone, erano musicate, oltre che dalla sua chitarra elettronica, dal Sax e dalla chitarra battente di Bruno Tomasello e dalle percussioni di Pasquale Benincasa. Proiettati sullo sfondo, i meravigliosi disegni eseguiti in tempo reale da Clelia Leboeuf, hanno dato forma e colore alla fantastica avventura che è stata la visione di questo spettacolo.
Negli ultimi anni, il mondo fuori è diventato un posto spaventoso. Mentre nei suoi viaggi, Giovannino Perdigiorno scopriva che esiste un paese dove gli spigoli sono rotondi, noi eravamo in fila, a un metro di distanza l’uno dall’altro, fuori a un supermercato.
Niente viaggi, le regioni sono chiuse.
Disinfettiamo le mani spesso.
Niente baci e niente abbracci.
Nascondiamo i sorrisi dietro le mascherine.
C’è il coprifuoco alle ventidue.
Ti sei laureato? Con il pigiama.
Solo quattro amici possono venire alla tua festa.
Niente teatro, niente cinema, niente concerti.
Resta vivo.
Resta a casa.
Trascorrendo in casa giornate lunghe quanto anni, siamo invecchiati tutti all’improvviso. Inglobati in una realtà che somigliava sempre più ad un film apocalittico, immobili nelle nostre stanze, abbiamo dimenticato, pian piano, cosa significa stare nel mondo.
E poi, all’improvviso, abbiamo ricominciato a correre.
Niente più file chilometriche, ma corse alle casse per superare la signora con il carrello più pieno del nostro. Alle feste, tutti gli amici che vogliamo, o almeno quelli che ci sono rimasti. Le mascherine solo sui mezzi pubblici e litighiamo pesantemente con il signore che non vuole più metterla.
Ma i fortunati che ieri sera erano in quella sala sono stati presi per mano, perché adesso si può di nuovo fare, e accompagnati, piano piano, in un mondo colorato, emozionante, fantasioso, divertente. Un mondo che era pieno di cose belle, strane e buffe. Un mondo che non possiamo capire fino in fondo, proprio come il nostro, ma che, osservato con la curiosità di un bambino, è una continua e piacevole scoperta.
Le fiabe per bambini lette ai grandi mi hanno ricordato che forse sono un po’ invecchiata, ma ho ancora tanto tempo per crescere. E così come da piccola non facevo altro che riguardare i miei cartoni preferiti ancora e ancora, adesso spero di poter riascoltare queste fiabe, dall’inizio alla fine, almeno un’altra volta.
Nadia Rosato
In copertina locandina ufficiale dell’evento
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