Rodari: il palazzo di gelato
Quando sei così goloso di un pasto che se ti fosse data la possibilità di mangiarne un quantitativo corrispettivo di un palazzo lo mangeresti senza pensarci due volte.
Supposizione che, peraltro, i nostri genitori non perdevano mai l’occasione di recriminarci, soprattutto quando si trattava di mangiare un gelato.
Per me il gelato non è mai abbastanza, ne mangerei un palazzo intero. Questo il nostro buon caro Gianni Rodari lo sapeva e non ha perso l’occasione di scriverne una piccola storia nella raccolta delle Favole a telefono: Il palazzo di gelato.
“Una volta, a Bologna, fecero un palazzo di gelato proprio sulla Piazza Maggiore, e i bambini venivano di lontano a dargli una leccatina.
Il tetto era di panna montata, il fumo dei comignoli di zucchero filato, i comignoli di frutta candita. Tutto il resto era di gelato: le porte di gelato, i muri di gelato, i mobili di gelato.
Un bambino piccolissimo si era attaccato a un tavolo e gli leccò le zampe una per una, fin che il tavolo gli crollò addosso con tutti i piatti, e i piatti erano di gelato al cioccolato, il più buono.
Una guardia del Comune, a un certo punto, si accorse che una finestra si scioglieva. I vetri erano di gelato alla fragola, e si squagliavano in rivoletti rosa.
– Presto, – gridò la guardia, – più presto ancora!
E giù tutti a leccare più presto, per non lasciar andare perduta una sola goccia di quel capolavoro.
– Una poltrona! – implorava una vecchiettina, che non riusciva a farsi largo tra la folla, – una poltrona per una povera vecchia. Chi me la porta? Coi braccioli, se è possibile.
Un generoso pompiere corse a prenderle una poltrona di gelato alla crema e pistacchio, e la povera vecchietta, tutta beata, cominciò a leccarla proprio dai braccioli.
Fu un gran giorno, quello, e per ordine dei dottori nessuno ebbe il mal di pancia.
Ancora adesso, quando i bambini chiedono un altro gelato, i genitori sospirano: – Eh già, per te ce ne vorrebbe un palazzo intero, come quello di Bologna.”
E tu di cosa ne mangeresti un palazzo intero?
Didascalia e illustrazione di Sonia Giampaolo
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