Storia delle guerre Jugoslave
Le guerre Jugoslave, conosciute anche con il nome di guerre balcaniche, sono una serie di conflitti durati dieci anni, dal 1991 al 2001, conclusesi con la dissoluzione della Jugoslavia.
Queste guerre svoltesi in Europa sono rimaste impresse nei più per la ferocia e la crudeltà che le hanno caratterizzate.
Dopo la morte di Tito la Repubblica socialista federale di Jugoslavia, in cui da sempre vi erano spinte indipendentiste, che nel corso degli anni erano state sistematicamente controllate e represse, cominciarono con maggior forza a prendere piede le spinte nazionaliste.
Complice anche la crisi economica in cui versava il paese, contribuirono alla nascita di questo conflitto anche fattori etnici e religiosi e la volontà di alcune componenti facenti parte di questa realtà politica di raggiungere l’indipendenza.
La situazione precipitò nel 1987. Il sistema di Fratellanza e Unità teorizzato da Tito e Kardelj cominciava ad inclinarsi, ed alcuni leader iniziarono progressivamente a rivendicare maggiore autonomia politica, in particolare serbi ed albanesi, mentre il Kosovo chiedeva l’indipendenza dalla Serbia.
Ma anche in Croazia ci furono fermenti che portarono alla formazione dell’Unione Democratica Croata nazionalista, ed in Slovenia si registrarono numerose proteste che sfociarono nella cosiddetta primavera slovena.
Dal punto di vista economico la moneta Jugoslava, il dinaro jugoslavo, subì molteplici svalutazioni e nonostante il piano economico elaborato da Markovic, la disoccupazione aumentò esponenzialmente.
Altro fattore fu l’astio dei paesi del nord Croazia e Slovenia economicamente più sviluppate nei confronti di quelli del sud Macedonia, Montenegro, Serbia le quali assorbivano consistenti risorse prodotte dalle economie più progredite.
I conflitti principali furono la guerra di indipendenza Slovena nel 1991, la guerra in Croazia dal 1991 al 1995, la guerra in Bosnia ed Erzegovina dal 1992 al 1995, guerra del Kosovo dal 1996 al 1999, la guerra in Macedonia nel 2001.
Per dieci anni questa regione è stata dilaniata dalla guerra e tensioni in alcune aree sono ancora presenti.
I civili sono stati le vittime principali, azioni brutali sono state compiute da tutte le fazioni.
In Bosnia i soldati del generale Mladic, uccisero più di 8000 persone di religione musulmana, chiamato il genocidio di Srebrenica.
Il tribunale internazionale dell’Aja intraprese uno dei più grandi processi per crimini di guerra, che portò a 161 incriminazioni.
Secondo i dati che sono emersi, forniti dalle Nazioni Uniti, si calcola che alla fine del conflitto ci furono 250.000 morti civili e circa 3 milioni di profughi.
Beatrice Gargiulo
Fonte copertina Commons Wikimedia
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