Tutankhamon: vita e morte del faraone bambino
La storia del re egizio più famoso del mondo e del suo cuore perduto
Tutankhamon è il primo dei nomi a venire in mente quando si parla di faraoni. Un paradosso, considerando che è morto a soli 19 anni.
L’immensa fama è dovuta al fatto che a differenza di quelle dei suoi più longevi “colleghi”, la tomba di Tutankhamon è stata ritrovata intatta, dopo 3000 anni.
La straordinaria scoperta è avvenuta nel 1922 ad opera di Howard Carter ed ha fatto scalpore perché, nonostante fosse la più piccola della Valle dei Re, era anche quella col corredo funebre più vasto; talmente ricco che i lavori per riportare alla luce il tesoro che ha accompagnato nell’aldilà il faraone sono durati circa dieci anni. Tra bastoni, letti, gioielli ed altro, si contano circa 5000 pezzi.
La storia del Faraone è per metà avvolta nel mistero.
Secondo gli studiosi la matrigna del giovane re è la famosa Nefertiti, gran sposa di Akhenaton su cui è stata effettuata un’analisi del DNA che ha dato conferma della parentela con Tutankhamon.
Akhenaton ha avuto un ruolo importante nella storia dell’Egitto perché ha trasformato, seppure solo brevemente, il pantheon religioso da politeistico e monoteistico. Lo stesso nome di Tutankhamon deriverebbe dal nome del Dio Aton, il disco solare a cui era devoto Akhenaton.
Il giovane faraone, ascese al trono a soli 8 anni e a circa 13 sposò la sorellastra Ankhesenamo.
La coppia di giovanissimi sposi è ritratta sul trono di lui in un’immagine che li vede dividersi un’unica coppia di sandali: il romantico augurio era quello di percorrere la vita insieme, in un cammino comune.
Nonostante la giovane età, il faraone bambino soffriva di numerosi problemi di salute, probabilmente causati dai problemi genetici che derivano da origini familiari incestuose.
Dalle radiografie fatte alla mummia e dai numerosi bastoni ritrovati, è sicuro che fosse claudicante per una malformazione ad un piede.
Incerto il fatto che potesse essere un guerriero: il ritrovamento di un’armatura di cuoio e il modo in cui è stato ritratto nella maggior parte delle iconografie, farebbero pensare ad un valente condottiero, ma questo sembra andare in conflitto con le evidenze mediche che fanno pensare a un re invalido, che faticava addirittura a stare in piedi e camminare correttamente.
Di certo si trattava di una personalità orgogliosa, come dimostrano il poggia piedi raffigurante i sei nemici dell’Egitto ed i sandali con le suole con gli stessi soggetti, in modo da poter calpestare gli antagonisti ad ogni passo.
La prematura morte del sovrano è avvolta dal mistero e sembra suggerire effettivamente che fosse morto in battaglia: il regnante fu mummificato in maniera un po’ grossolana, motivo per cui nel presente il colorito del suo cadavere è diventato quasi completamente nero.
Quello della mummificazione è un enigma dolente: Tutankhamon non ha il cuore, elemento particolarmente singolare dato che gli egizi rimuovevano tutti gli organi, per conservarli nei vasi canopi, eccetto il cuore, necessario per accedere nell’aldilà.
Si sospetta che il giovane diciannovenne abbia perso la vita mentre era lontano dal suo regno, in circostanze improvvise, per cui la mummificazione del corpo sarebbe stata fatta in modo frettoloso da persone poco esperte, per evitare la decomposizione.
Insomma non si esclude l’ipotesi di una morte in battaglia, anche se la causa del decesso potrebbe anche essere una malattia.
I misteri che circondano Tutankhamon non possono lasciare indifferenti, e il più incredibile è quello del pugnale realizzato con ferro extraterrestre.
Il materiale ai tempi era rarissimo in Egitto e si sa per certo che la daga decorata da un pomello in cristallo di rocca che ha accompagnato il re egizio nel suo eterno riposo, ha una lama il cui ferro non proviene dal nostro pianeta ma da un meteorite.
Il corredo funebre originale è stato fin ora presentato nel museo egizio più grande del mondo, quello de Il Cairo. Il tesoro è così immenso da non poter essere esposto completamente: un terzo dei ritrovamenti sono stati conservati nei magazzini del museo ed è incredibile pensare che opere di tale valore artistico e storico siano state tenute lontane dagli occhi dei turisti. Ma nel presente, l’apertura del Nuovo Grande Museo Egizio, restituisce ulteriore gloria al faraone perché alcuni dei suoi tesori “inediti” potranno essere finalmente palesati.
Il lascito inestimabile comprende anche un elemento molto macabro: i feti delle figliolette con cui è stato seppellito.
Tutte e tre le mummie purtroppo non sono in un buono stato di conservazione e necessitano di condizioni particolari per continuare ad esistere. In particolare la più terrificante delle eredità della tomba del re, i feti mummificati delle bimbe mai nate, sono sotto particolare osservazione perché attaccate e consumate dagli insetti.
Inspiegabile anche il fatto che la tomba che accoglie i sarcofagi suntuosi in cui sono state ritrovate le spoglie della famiglia reale è particolarmente piccola, nonostante il prodigioso corredo funebre che ha regalato a Tutankhamon l’immensa fama di cui gode.
A lasciare senza fiato è la maschera d’oro, che pesa ben 10 kg e che l’archeologo Carter fece fatica a “scollare” dalla testa del povero defunto. Sulla sommità della maschera funebre, a rendere inconfondibile Tutankhamon, un cobra e un avvoltoio, simboli del potere del faraone sull’Egitto alto e su quello basso.
Come mai un faraone così ricco sia stato seppellito in un posto particolarmente stretto, non è chiaro, ma è grazie a questa condizione che il tesoro del faraone è rimasto intatto fino alla scoperta più importante della storia dell’archeologia.
Sara Picardi
Copertina: steemit.com
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