Un’estate diversa per ogni età
L’estate è una stagione che non lascia nessuno indifferente. O la si odia, o la si ama, o la si attende con ansia o la si maledice dal primo all’ultimo giorno.
Ma come cambia nel tempo il nostro modo di viverla? Non è la stessa cosa quando si è bambini o… bambini un po’ cresciuti.
Quando sei piccolo le estati sono eterne.
Dall’ultimo bellissimo ed emozionante giorno di scuola a inizio giugno fino alla metà di settembre è facilissimo dimenticarsi completamente della scuola. Ci si può svegliare tardi, giocare finché si ha voglia e lasciare chiusi in un cassetto gli odiosi compiti per le vacanze, che diventeranno un problema solo la sera prima del ritorno a scuola.
Da adolescente, poi, l’estate è magica.
Che ci siano debiti da recuperare a settembre o meno, resta quel periodo dell’anno in cui ogni sconosciuto è un potenziale amico, in cui i giorni della settimana si confondono tra loro e non importa più se è lunedì, si cercherà di rientrare comunque a casa il più tardi possibile. In adolescenza l’estate dura un attimo.
Tra le cotte estive, le partite di pallavolo sulla spiaggia, le serate in discoteca passate a ignorare le telefonate preoccupate dei genitori, settembre arriva sempre troppo presto, quella storia estiva è già finita e poi c’è la questione dei debiti a cui pensare…
Da adulto che lavora l’estate non coincide per forza con le ferie.
L’estate arriva anche quando non se la si può permettere, quando in ufficio bisogna andarci per forza e la camicia proprio non si può evitare, per cui ci si riduce ad essere una zuppa di sudore già alle otto e mezza del mattino.
L’estate perde un po’ della sua magia, quando si cresce. Anche se si riesce ad andare in vacanza, le responsabilità di adulto non ti abbandonano mai davvero. L’organizzazione del viaggio, il traffico verso la spiaggia, le spese, la stanchezza accumulata e tanto altro ancora non permettono di viverla con la stessa leggerezza di un tempo.
Molte persone vivono l’ultima descritta come la peggiore, quasi come un’ingiustizia, eppure è una “punizione” che nasconde un privilegio. L’estate di chi ha un lavoro, il diritto alle ferie, la possibilità di fare un viaggio. Da adolescente vivi così l’estate quando hai degli amici, dei genitori, la possibilità di andare in spiaggia e in discoteca.
Da bambino vivi così l’estate se durante l’anno hai la possibilità di andare a scuola. Ma per molte persone non è mai stato così, e per altre, specialmente durante e dopo questa pandemia, non lo sarà per molto tempo.
Qualcosa su cui riflettere e per cui essere grati, tra un aperitivo in spiaggia e l’altro.
Nadia Rosato
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