Cinema e StreamingPrimo Piano

Sergio Rubini diventa Agassi in Open

Sergio Rubini legge Andre Agassi: per la sezione Sportopera del Campania Teatro festival, Sergio Rubini ci propone un’appassionata lettura di Open, sintesi letteraria dell’omonimo libro autobiografico di Andre Agassi.

Tre luglio: a Napoli ci sono mille gradi percepiti, Capodimonte è l’unico posto nel raggio di un miglio a poter ospitare la vita. Ore 21: mi siedo, attendo che prendano posto tutti gli spettatori, si spengono le luci, entra in scena Sergio Rubini

Un racconto serrato, una lettura appassionata, emozionante, un flusso di parole e di sensazioni che riescono da sole a generare immagini, a calare lo spettatore in un’altra epoca, in un altro mondo. Dal teatro allestito nelle Praterie del Gigante in un attimo siamo al Roland Garros, agli US Open, a Wimbledon: davanti a noi Andre Agassi sfida Sampras, Ivanisevic, suoi avversari storici, e insieme a loro il suo nemico numero uno, se stesso. 

La forzatura delle imposizioni paterne, la scoperta del talento, la vittoria, le cadute, la liberazione. Una sorta di processo iniziatico, una crescita prima sportiva e poi tutta umana. Open è la storia delle profonde inquietudini giovanili di un atleta speciale come Andre Agassi. 

Open, nella sintesi letteraria di Antonio Marfella, è il racconto denso e fitto degli anni della formazione sportiva ed emotiva del più eccentrico dei campioni di tennis, l’americano Andre Agassi. Open ripercorre le tappe di un cammino complesso e accidentato, quello verso la piena conoscenza di se stessi e verso la vittoria, quel cammino già deciso e segnato da un padre despota e anaffettivo. 

Andre Agassi è il prescelto di tre fratelli, quello nato per vincere, quello su cui puntare tutto, persino soldi di cui non si dispone. Questo destino calato dall’alto, cucito stretto stretto addosso non può non pesare: Andre fin da piccolo impara a convivere con un odio smodato eppure composto nei confronti del tennis, un odio inconfessabile, indicibile, un odio che sarà il suo peggior nemico, il più temibile dei suoi avversari, la più triste delle sue condanne. 

La sua condanna è la sconfitta che con un fascino morboso e irresistibile lo attrae, lo tiene stretto a sé, lo costringe alla perenne insoddisfazione e ad un insostenibile scherno. Per un’ironia quasi tragica, uno spot Canon, il cui slogan è L’immagine è tutto, lo bolla come un perdente vestito da vincente, come un bluff, come un bel involucro pieno di nulla. 

In un cammino così difficile e tortuoso solo l’amore fraterno e comprensivo di Philly riesce a dare ad Andre una tregua momentanea dalla sofferenza, dal senso di colpa. Philly, il perdente nato, quello che per il padre non ha né il carattere né il talento per vincere, sarà il più prezioso degli alleati di Andre: il suo compagno, la sua spalla, il suo supporto.

Sergio Rubini riesce a restituire con una voce potente e inarrestabile l’intero spettro delle emozioni di un campione: la vergogna, la rabbia, l’insoddisfazione, la voglia di riscatto, il bisogno di affetto, la frustrazione. Rubini è per una sera Agassi, il campione coi capelli ossigenati e gli shorts di jeans, il tennista che odiava il tennis.

Sportopera, sezione curata da Claudio di Palma, come ogni anno, ci regala un’altra faccia dello sport, ci porta dietro le gare, dietro gli agoni, dietro i campioni a goderci uno spettacolo da una prospettiva nuova e inedita. 

Valentina Siano

Fonte copertina: Campania Teatro Festival

Leggi anche: Preludi – Hybris al Campania Teatro Festival

Valentina Siano

Valentina Siano, classe ’88, professoressa per amore, filologa per caso. Amo la scrittura come si amano quelle cose che ti riescono al primo colpo, non sapresti dire bene come. Scrivo di cultura e spettacolo perché amo il cotone verde del mio divano e il velluto rosso dei sediolini dei teatri. Leggo classici, divoro serie, colleziono sottobicchieri. Sono solo all’inizio della mia scalata alla rubrica gossip di Vanity Fair.
Back to top button