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Andromeda: dea etiope dalla carnagione avorio

Andromeda è sempre stata identificata come una bellezza tipicamente greca, dalla pelle bianca come il latte.
Ma se questa sua rappresentazione fosse frutto di un processo di culturizzazione occidentale?

La figlia di Cefeo e Cassiopea, offerta come sacrificio a Poseidone e salvata dall’impavido Perseo nel celebre mito, avrebbe infatti origini etiopi.
Di conseguenza, la sua carnagione dovrebbe essere nera come l’ebano.

Nelle Etiopiche di Eliodoro di Emesa, un racconto risalente al III secolo d.C., si parla infatti di un quadro raffigurante Andromeda nel palazzo di Meroe, in Etiopia, alla corte della regina nera Persina.
Una figura il cui colore della pelle non viene descritto nella storia, ma che fa nascere numerosi dubbi sulla carnagione della dea.

Il filosofo Filostrato, invece, ne parla come una bellezza bianca e disarmante fra i neri d’Etiopia.

Questa presa di visione porterebbe quindi a pensare che Andromeda sia stata resa bianca nei miti e nelle leggende. Ma essendo stato un processo lungo e calcificato nel tempo, è difficile trovare una risposta soddisfacente.

Un dettaglio però colpisce nei racconti: l’appartenenza etiope, benché non palesemente dichiarata, emerge sempre dallo sguardo splendente e dalla luminosità della dea Andromeda, che rivendica così, in modo implicito, la sua appartenenza all’africana discendenza del dio Sole.

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La Redazione

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