Eri così piccola che prenderti tra le mani era quasi una paura.
Ti chiamai Atena, per la tua forza, per il tuo vigore e per la tua voglia di scoprire. Per giorni ho pensato a te.
I metri quadri non erano a nostro favore.
Un pomeriggio caldo, diventasti Arca e la famiglia, da 4, divenne sei.
Una zampa fuori dallo scatolo, lamenti e uno scaldacollo del Napoli.
Inizia così la storiella.
Un po’ schiva, furbetta e selettiva, i tuoi occhi super vispi mi fanno pensare che, forse, in un’altra vita eri una streghetta, cacciata da tutti, ma con l’intelligenza e l’astuzia con cui rompi divani nascondendoti.
Non importa se sei una micina, hai anima, corpo flessibile e l’amore di tutti.
Grazie piccola Arca e grazie a tutti i minuscoli membri delle nostre famiglie per l’amore che ci insegnate meritare.
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