Dove si trova il paradiso terrestre? Ai Giardini La Mortella!
State pensando di fare un salto a Ischia?
Allora, se non volete mangiarvi le mani quando ormai siete di rientro, non dimenticate di inserire nella lista delle cose da vedere I Giardini la Mortella!
L’isola d’Ischia, chiamata anche Isola Verde, è una delle perle dell’Arcipelago Campano.
Ogni anno è meta gettonata da turisti provenienti da tutto il mondo che si imbarcano entusiasti per visitare le sue numerose attrattive, naturali e non.
Al di là delle spiagge assolate bagnate dalle acque del Tirreno, delle sorgenti termali e del fastoso Castello Aragonese – tanto per citare solo alcune delle attrazioni più famose – nel programma di ciascun attento visitatore dell’isola sono d’obbligo I Giardini La Mortella.
Eletti a gran voce tra i più bei giardini privati d’Europa, sono i polmoni verdi dell’atollo isolano. Si trovano nel comune di Forio e sono aperti al pubblico da Aprile a Novembre.
La storia de La Mortella sembra uscita da una fiaba Disney. Il protagonista è un nobile inglese, Sir William Walton, un musicista con la passione per i viaggi.
Nel 1947 durante un soggiorno argentino, Sir William conobbe e sposò, dopo pochi giorni, Susana Passo. Due anni più tardi, la coppia itinerante giunse a toccare le coste ischitane. La luna di miele italiana dei coniugi si allungò più del previsto sull’isola: dapprima presero un terreno in affitto, poi rapiti dal fascino del luogo incantato, decisero di acquistarlo a titolo definitivo. In quella zona sarebbero sorti, a partire dal 1956, I Giardini La Mortella.
Il parco fu inizialmente adibito a residenza privata dei Walton. La signora Walton in persona si preoccupò di curare il look e l’estetica della nuova magione. Susana dotò quella che era un’enorme ma spoglia area verde, di un’immensa collezione di piante provenienti da ogni angolo della terra, disegnando anche il progetto architettonico e ingegneristico dei vari chalet ed edifici posizionati all’interno del parco.
Dopo la morte dell’amatissimo William, Susana si fece affiancare nella gestione della villa dalla Fondazione William Walton. Ad oggi, la Fondazione è la proprietaria del giardino e si occupa di salvaguardarne il patrimonio e contemporaneamente di promuovere la cultura musicale tanto cara al Sir. Difatti, nella Mortella è possibile assistere a concerti per orchestra realizzati nel teatro greco, che si erge sul panorama mozzafiato della baia di Forio. L’elenco delle esibizioni in programma è consultabile sul sito web del giardino.
Il parco è suddiviso in due zone principali: il giardino a valle e quello in collina. L’area è infatti strutturata su più livelli e si sviluppa in senso verticale fino ad arrivare verso la scenografica zona del Belvedere di Zaro (altro luogo da non perdere). Gli ingressi sono posizionati ai due vertici della zona verde.
Partiamo, nel nostro immaginario itinerario, dal basso.
Il giardino a valle si apre su una fontana ottagonale dove sfocia un piccolo ruscelletto che percorre tutta la costruzione, sgorgando alla cima e venendo incanalato in una serie di piccoli navigli fino alla sua foce.
È proprio seguendo il corso di questa minuta stradina d’acqua che si giunge alle successive tappe della visita. Attraversando una flora costituita da magnolie e dal ginkgo biloba (creduto estinto fino al XVIII secolo e celebrato da alcuni versi di Goethe), si arriva ad un primo grande spiazzo, al cui centro troneggia un’imperiosa fontana zampillante.
Il boschetto che vi fa da contorno rimanda alla flora tropicale: palme brahea, yucca, agavi; mentre qua e là tra i flutti è possibile ammirare ninfee e papiracee. Mediante un ombroso e profumato vialetto laterale, si raggiunge una piccola serra che nasconde al suo interno uno dei gioielli pregiati dell’esposizione: la victoria amazonica. Si tratta di una specie incredibile di ninfea perché, tralasciando le sue dimensioni fuori dalla norma, ha la particolarità di cambiare sesso e colore ogni ventiquattro ore, sbocciando e richiudendosi più volte durante la stessa giornata.
Proseguendo lungo il percorso, incontriamo una piccola casa-museo in cui sono conservati amorevolmente alcuni ricordi e reliquie incentrati sulla vita e sui successi di Sir Walton.
Accolti dalle verdeggianti fronde delle felci arboree e dai coloratissimi gerani nativi della remota Madeira, accediamo alla sezione collinare del parco. Questa parte è gremita di piante di aloe, di circa un centinaio di specie diverse!
A picco sul pendio che dà verso la parte bassa dei giardini, svetta la roccia di Sir William: da lui prescelta come «la sua roccia» fin dal giorno dell’acquisto della proprietà, è oggi divenuta un monumento in suo ricordo.
Poco più avanti, uno ieratico ninfeo, adornato da sculture e bassorilievi ispirati alla Casa dei Misteri pompeiana, funge da luogo di riposo per gli esploratori nonché per le ceneri di Susana, l’artefice di questo piccolo eden terrestre.
Al termine di una imponente scalinata, ci si imbatte nel Tempio del Sole. Si tratta di un edificio ripartito in due ambienti, rappresentanti il viaggio di Enea dal mondo dei vivi a quello dei morti. Per questo, sulle pareti sono trascritte alcune citazioni del libro VI dell’Eneide.
Procedendo nella nostra ascesa “per riveder le stelle” ci ritroviamo di fronte ad una serie di vasche comunicanti tramite scenografiche e affascinanti cascatelle che prendono il nome di Cascata del Coccodrillo. Per invogliare i suoi ospiti a non demordere nella scarpinata, si racconta che Lady Walton era solita scherzare sul fatto che nei giardini venissero realmente allevati dei coccodrilli. Ovviamente non è vero, ma nelle vasche sono state collocate alcune rappresentazioni bronzee dei rettili.
La parte collinare del parco si colora di tinte sempre più orientaleggianti. Non è un caso se la sezione si intitola Sala Thai: d’improvviso veniamo catapultati in una rosea atmosfera asiatica, troviamo un padiglione in stile thailandese e canne di bambù, ciliegi, aceri giapponesi, rododendri.
A suggellare questa meravigliosa avventura “silvana”, è stata posizionata la Glorieta in prossimità dell’uscita. Migliaia di ciottoli di vetro blu cobalto vanno a costituire un falso lago scavato all’ombra di un pergolato. Tutto intorno, un trionfo di gelsomini e di passiflore.
Un’area destinata ad arbusti ed erbe aromatiche (timo, lavanda, salvia) inebria l’olfatto del visitatore accompagnandolo dolcemente alla fine del percorso.
Per descrivere l’esperienza presso I Giardini La Mortella si può recuperare il concetto di “ineffabilità” caro al nostro Dante. Possiamo scriverne per pagine intere, anche in maniera minuziosamente dettagliata, ma le parole da sole non sono sufficienti a rendere appieno le emozioni che coinvolgono tutti e cinque i sensi durante questo itinerario inebriante.
Non fatevi scappare l’occasione di poter recensire di vostro pugno questo luogo fuori dal tempo. Spiritualità, natura, benessere, musica: La Mortella è questo e molto altro!
Giusy D’Elia
Vedi anche: Vacanze al tempo del covid