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Isabella Messina, la cena delle anime morte

Avete mai fatto caso alla presenza del cibo nella letteratura? Ci sono svariati esempi dove il cibo fa da scena e protagonista, partiamo dal Satyricon di Petronio o ancora a quel Gargantua e PantagruelE di Rabelais. 

Fa parte del peccato capitale oltre la lussuria anche la Gola. 

Isabella Messina con il suo saggio breve la cena delle anime morte, pubblicato nel 2010 da Leone Verde, è un libro che ti fa entrare nel mondo di Cicikov attraverso le sue truffe e il suo modo di gustarsi il cibo

Parlare di Gogol e del cibo presente nei suoi racconti, è divertente quanto interessante. Perché il cibo gogoliano ha una funzione ben precisa: è il suo modo di raccontare la Russia, in tratti popolari e folcloristici. 

Basti pensare a quel racconto breve e semi sconosciuto, di “una terribile vendetta”, qui il cibo è protagonista assieme alla vicenda oscura del racconto. 

Il cibo è messo al centro con una funzione folclorica e magica, forse è uno dei racconti più stranianti di Gogol. 

È un saggio divertente quello della Messina,  perché alla fine del saggio, ci sono le ricette per preparare il cibo presente nel romanzo. Quindi l’autrice unisce l’utile e il dilettevole. 

Il protagonista delle anime morte Cicikov, è un anti-eroe, un uomo carismatico che si fa amare da tutti, un truffatore che riesce sempre a cavarsela in ogni situazione. È egoista, determinato e ambizioso, poiché a tutti costi cerca di perseguire il suo sogno di arricchirsi. 

Cicikov, è debole davanti alla presenza del cibo, in ogni scena lui si ritrova sempre a ingozzarsi, non rifiuta mai. 

Attraverso il cibo viene fuori la sua “rotondità”, il suo aspetto parodico. 

Dicono che i racconti di Gogol facciano ridere ma in realtà non c’è niente da ridere, se non farsi una risata cupa, dianoetica. 

E nelle anime morte ci sono delle situazioni, equivoci, che suscitano il riso. 

-Ma il cibo delle Anime morte è un cibo assurdo, sazia e non sfama, pesa sul fegato e sulla coscienza. È cibo esagerato, cattivo, invadente, ma anche fiacco e insulso-

Leggere la cena nelle anime morte mi ha divertito, perché l’autrice ha dato spazio a una cosa inusuale come il cibo gogoliano, facendoci conoscere le tradizioni russistiche e ucraine.

Ecco, una delle ricette: 

                                   Bliny

I bliny sono frittelle di origine ucraina, ma diffuse in tutte “le russie”. Sono morbide e sottili come crepes e possono essere gustate in mille modi, a colazione, a pranzo e a cena: con caviale rosso o nero, con panna acida o burro fuso, con confetture ecc.

Ingredienti:

250 gr. di farina

3 uova

2 bicchieri e 1⁄2 di latte

2 cucchiai abbondanti di burro un pizzico di sale

una puntina di zucchero

Sciogliete in un bicchiere di latte i tuorli d’uovo, salate e zuc- cherate. Mescolando aggiungete la farina a pioggia e il burro fuso. Lavorate insistentemente con il mestolo, girando in continuazione, per evitare che si formino grumi e versate lentamente il resto del latte. Alla fine e con cura, per evitare che si smontino durante l’operazione, aggiungete gli albumi montati a neve. La pastella è pronta. Lasciatela riposare.

Prendete una padella, ungete il fondo con strutto o olio, met- tetela sul fuoco e quando è ben calda versatevi un cucchiaio di pastella, facendo in modo che vada a coprire tutto il fondo. In un attimo è pronta la frittella. Da servire calda.

Emilia Pietropaolo

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La Redazione

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