La leggenda del gatto nero: fra superstizione e fortuna
“Pluto ‐ era questo il nome del gatto ‐ era il mio beniamino, il mio compagno di giochi. Io solo gli davo da mangiare, e in casa lui mi seguiva dovunque andassi, Anzi, a fatica riuscivo a impedirgli di accompagnarmi per la strada (…). Una notte, tornando a casa, ubriaco fradicio, da uno dei ritrovi che frequentavo in città, ebbi l’impressione che il gatto evitasse la mia presenza. Lo afferrai; e allora, impaurito dalla mia violenza, coi denti mi ferì lievemente alla mano. Subito la furia di un demone si impadronì di me. Non mi conoscevo più”.
Da Il gatto nero di Edgar Allan Poe
Il gatto nero davvero è il simbolo della sfortuna? L’incarnazione del demonio? Scopriamo le varie leggende.
Attenzione: mentre leggete mettete del sale nelle tasche, non si può mai sapere!
Il gatto è tra gli animali domestici più amati e nel passato ha avuto un vero periodo d’oro, quando la dea-gatto Bastet dell’antico Egitto gli garantiva protezione e rispetto, in quanto suo emissario in terra. I culti pagani venivano perseguitati durante il Medioevo, per cui il gatto, specie il gatto nero, veniva additato delle peggiori colpe, associato al diavolo e alle streghe. Addirittura, papa Gregorio IX, nel 1233, emanò la bolla “Vox in Roma”, con la quale condannava anche il gatto nero proprio come incarnazione di Satana. A quei tempi, le vecchie signore si prendevano cura dei gatti. Condannate per qualche eresia e per stregoneria, venivano messe al rogo con i loro felini neri. L’ultimo gatto giustiziato in Inghilterra per stregoneria morì nel 1712.
Inoltre, il gatto nero – per sua sfortuna – con il suo manto scuro non è ben visibile al buio, ragion per cui suscitava timore. Le leggende dei poteri demoniaci del gatto nero si sono comunque conservate fino ad oggi, al punto che se uno di questi attraversa la nostra stessa strada, viene comunemente interpretato come cattivo presagio. Come mai? Adesso vediamo il perché.
Illo tempore, quando ancora si viaggiava con le carrozze, un gatto nero in mezzo alla strada poteva spaventare i cavalli e far rovesciare l’intera carrozza. Non è finita qui. Un altro motivo, per cui si è diffusa la credenza che il gatto nero porti sfortuna, è che un tempo nelle navi dei pirati venivano imbarcati dei gatti neri per allontanare i topi.
Quando i pirati attraccavano al porto per assaltare una città, venivano seguiti dai gatti, grazie ai quali la figura del pirata fu associata alla crudeltà e alla morte. Tra le accuse a carico dei poveri gatti c’era anche quella di diffondere la peste. Al contrario, proprio la loro uccisione in massa sembra ne abbia favorito il propagarsi. Si sa, i gatti mangiano i topi!
Tuttavia, per fortuna, queste superstizioni in alcuni paesi sono l’opposto, cioè il gatto nero ha una connotazione positiva. Sembra essere portatore di buona fortuna, come ad esempio nei paesi anglosassoni (Galles), in Giappone e in molti paesi asiatici. Oltre a ciò, secondo una differente superstizione, pare che vedere un gatto nero il primo gennaio porti grande fortuna per tutto il resto dell’anno.
A causa di queste assurde superstizioni, gatti neri sono perseguitati o disprezzati ingiustamente, ed è per questo che l’AIDAA, Associazione Italiana Difesa Animali & Ambiente ha creato il Gatto Nero Day, che si celebra il 17 novembre. Si tratta di una giornata internazionale del gatto nero, nata per difendere la sua dignità e la sua vita, per sfatare finalmente questi pregiudizi e superstizioni contro questa piccola pantera dal manto nero.
Molte star e personaggi famosi hanno amato i gatti, in particolare per quelli neri. In particolare, John Lennon, Brigitte Bardot e Marlon Brando pare abbiano avuto una vera e propria passione per i gatti neri. Questo è quanto, cari lettori.
Per concludere:
“Volevo un gatto nero, nero, nero,
mi hai dato un gatto bianco
ed io non ci sto più.
Volevo un gatto nero, nero, nero,
siccome sei un bugiardo
con te non gioco più.”
(di Franco Maresca, Armando Soncillo, Framario, 1969)
Miao!
Marianna Allocca