Chi ti ama… ti morde?
Si sa, l’amore fa fare cose strane.
Per amore si compiono azioni impensabili, talvolta improbabili.
“Qual è la cosa più folle che hai fatto per amore?” è una domanda spesso sentita e pronunciata.
Certo, ancor più frequentemente nei film, ma è davvero un interrogativo interessante e dai risvolti inattesi, diversi l’uno dall’altro.
C’è però una cosa, alquanto particolare, dalla quale non si scappa, che ci riguarda tutti, o quasi. Quando ci troviamo di fronte a un essere che riteniamo irresistibile, vengono a galla istinti animaleschi, apparentemente ingiustificati. Quante volte, infatti, avendo davanti a noi un bambino minuscolo, un batuffolo caldo e profumato, dalle gambe grassocce e dalle braccia multistrato, con le guance gonfie come pane ben lievitato, nasce in noi la forte tentazione di mordere tutta quella soffice carne appena sfornata?
Tante quante, in presenza del nostro adorato, divinizzato, idolatrato animale domestico, tra una coccola e un suono da noi emesso in maniera considerevolmente imbarazzante, ci caliamo così tanto nel momento che vogliamo azzannarlo tutto.
E, ancora, al pari di tutte quelle volte in cui, così presi dal nostro partner, nei momenti che ci concediamo con quest’ultimo, incrociando quegli occhi inconfondibili, sfiorando quella pelle il cui odore conosciamo a memoria, baciando quei lineamenti ben stampati nel nostro cervello, finiamo col volerlo assaporare tutto, lasciandogli impressi i segni dei nostri canini.
Ma, quindi, siamo la progenie di Dracula?
Abbiamo qualche devianza di cui ci potrebbe parlare Giorgia Meloni?
Siamo noi i veri animali?
Siamo imparentati con Armie Hammer, l’attore cannibale “al 100%”?
Chi amiamo è a rischio con noi?
Forse possiamo stare tranquilli.
E anche loro.
Pare che sia tutto nella norma.
La nostra voglia di mordere chi amiamo è giustificata.
La scienza ha già dato una spiegazione ai nostri istinti da brutte persone.
Secondo una ricerca presentata alla Society for Personality and Social Psychology, ciò che suscita in noi tenerezza fa fuoriuscire dalla nostra persona aggressività.
Un esperimento ha infatti visto 190 persone poste dinanzi alla visione di foto di animali. Con l’accrescere della tenerezza delle immagini, è aumentato negli individui il livello di eccitazione incanalata verso l’aggressività, anche solo verbalmente, tramite l’utilizzo di onomatopee e di maggiore foga nell’esposizione.
Un ulteriore esperimento, per il quale era stata fornita ai volontari della carta da imballaggio, ha visto scoppiare un ingente numero di bolle dinanzi alle foto ritenute più tenere.
Secondo i ricercatori, ci sono due spiegazioni plausibili.
Per la prima, ciò che scaturisce in noi tenerezza ci spinge a prenderci tanta cura del soggetto al quale i nostri sentimenti sono rivolti. La frustrazione provocata da questo impulso non soddisfatto sarebbe perciò il motivo dell’aggressività scaturita.
La seconda spiegazione, invece, vede il motto di aggressività come una risposta regolativa, un bilanciamento per compensare il grosso quantitativo di sentimenti bonari che nutriamo nei confronti di tale essere vivente. Perciò ama forte, ma mordi con delicatezza.
Giovanna Iengo
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