Essere di destra o sinistra in Italia: una storia di scissioni senza fine
Il partito Fratelli d’Italia ha vinto le elezioni e sui giornali esteri la sua presidente Giorgia Meloni viene addirittura etichettata come una rappresentante della destra più rigida mai vista nel nostro paese dai tempi di Benito Mussolini.
Ma è davvero così?
Qual è stato il percorso seguito dalla Destra nel nostro paese?
Ma soprattutto, come si è arrivati a questa eclatante sconfitta della Sinistra?
In Italia sia la destra che la sinistra hanno attraversato un percorso irto di ostacoli. Ne è un chiaro segnale la loro storia travagliata da continui scandali, separazioni e zone d’ombra.
Sulla destra è sempre pesato il marchio nero del fascismo, mentre su quello della sinistra il difficile equilibrio fra un gran numero di partiti, in particolare quello fra il PSI e il PCI.
Iniziamo con la Destra.
La prima volta che sentiamo parlare di questo schieramento è addirittura ai tempi di Cavour, con la cosiddetta “Destra storica” che permise al paese di avere una florida economia.
Bisogna anche ricordare che nei primi del Novecento le posizioni di questo schieramento andavano a privilegiare non le élites, ma gli interessi della borghesia stessa a causa dell’assenza dei cattolici. Questi infatti non potevano partecipare alla vita politica italiana a causa del non expedit di Pio IX.
Ma ecco che subentra il fascismo, che con la sua storia di orrori lascia un segno indelebile e un pesante fardello che i partiti di destra faticheranno molto a lasciare andare.
Difatti dalla costituzione della Prima Repubblica ogni partito di destra sarà guardato con sospetto proprio per la paura dei legami di qualunque tipo con simpatizzanti fascisti. Spesso a ragion veduta, come durante gli anni di piombo.
Da quel momento infatti molti partiti si son sempre spostati su posizioni più centriste proprio per evitare di essere visti in uno schieramento “scomodo”.
Eppure nonostante ciò un partito chiaramente di destra come la Lega ha stravinto alle europee del 2019 e ora un’altro come Fratelli d’Italia risulta il più votato su scala nazionale.
Com’è accaduto? Perché la Sinistra non è stata capace di prevedere un simile risultato?
Premettendo che la storia della sinistra è molto più articolata della destra e con più ramificazioni, gran parte dei suoi punti di forza e debolezza vanno ricercati proprio alla fine del primo conflitto mondiale, come la sua controparte.
Se infatti lo spettro del fascismo ha disunito la sua avversaria, la sinistra ha sempre dovuto affrontare un fratello a dir poco scomodo, il PCI, ovvero il Partito Comunista Italiano.
La sua fondazione risale al 1921 a Livorno, quando Antonio Gramsci e altri fuoriusciti del PSI decisero di dare una nuova direzione alla politica italiana, per restare quanto più vicini possibili alle direttive ideologiche di Mosca.
E secondo voci autorevoli come Indro Montanelli fu proprio la caduta del muro e la conseguente dissoluzione dell’Unione Sovietica a lasciare un vuoto indelebile che non si sarebbe più ricostituito.
Lo scandalo di Tangentopoli fece infine perdere ogni fiducia nella vecchia classe dirigente, portando all’effettiva dissoluzione della Prima Repubblica, portando a picco con essa tutti i partiti.
Del resto la grande forza della sinistra era sempre stata puntare sui valori e le spinte sociali dal basso tanto avverse alla sua controparte. Ma la sempre maggiore complessità dello scacchiere politico e la dissoluzione di quel punto di riferimento epocale la costrinse a venire a patti con una realtà che ormai il vecchio schema bipartitico non poteva più risolvere.
Ed ecco che nelle sue mille dissoluzioni, allineamenti e separazioni ormai a detta di molti una “vera” sinistra non esiste più in Italia.
E in un momento storico particolarmente difficile caratterizzato da diverse crisi, da quella sanitaria a quella ucraina, l’avvicendarsi dei vari governi tecnici non ha certo trasmesso un’idea di sicurezza ai concittadini.
Il futuro dell’Italia resta ancora diviso, ma di sicuro da oggi la scena politica porterà degli scenari del tutto inediti e sarà nostro dovere, come sempre, comprendere fin dove avallarli o meno.
Gabriel Santomartino