Primo PianoArte & Cultura

Il Festival delle Ville Vesuviane 2022, il rigoglio culturale del Miglio d’Oro

Il Festival delle Ville Vesuviane 2022 torna con la sua 33esima edizione a gettare nuova luce sulle bellezze del Miglio D’Oro, tra plessi architettonici mozzafiato e spettacoli di vario genere.

L’estate volge al termine, ma il rigoglio culturale della metropoli partenopea non conosce tregua: dal 2 al 25 settembre sarà infatti possibile visitare alcune delle meravigliose ville costruite ai piedi dello “sterminator Vesevo” grazie al Festival delle Ville Vesuviane 2022, iniziativa proposta dalla Fondazione Ente Ville Vesuviane sotto la guida di Gianluca del Mastro.

Il Festival delle Ville Vesuviane nasce come un felice connubio tra gli incanti architettonici sorti circa tre secoli or sono lungo il Miglio d’oro, nella zona compresa tra San Giovanni a Teduccio e Torre del Greco e il fascino senza tempo dell’arte in tutte le sue espressioni. 

Che cos’è il Miglio d’Oro? Si tratta di un percorso che idealmente collega Napoli a Portici, città nella quale Carlo di Borbone, nel pieno fermento settecentesco, aveva trasferito la sua residenza, facendovi costruire la famosa Reggia di Portici

La nobiltà del tempo, per mantenere contatti serrati con il proprio sovrano, fece edificare le proprie sfarzose abitazioni a metà strada tra Napoli – capitale del Regno – e Portici. Il risultato fu il susseguirsi di una serie di magioni da togliere il fiato, spesso affacciate sulle magnificenze naturali del golfo di Napoli

Tale patrimonio non poteva andare sprecato: di qui l’idea del fondatore del Festival, Luca de Fusco, di recuperare l’armonia tra forme architettoniche e umane. Grandi protagoniste di quest’edizione sono le Ville di Campolieto (Ercolano) e la Villa delle Ginestre (Torre del Greco), fiori all’occhiello della manifestazione. 

Villa Campolieto dall’esterno
Villa Campolieto allestita all’interno in occasione di uno spettacolo del Festival

Il direttore artistico della rassegna, Giuseppe Dipasquale, ha espresso chiaramente il main theme che ha fatto da linea guida per la selezione degli spettacoli in programma quest’anno: il sogno nella diversità

Vita e sogno si mescolano, reale e immaginato costituiscono un unico grande intruglio da  quale viene fuori la dinamicità dell’esistenza, il suo continuo fluire senza posa, che non permette a niente e a nessuno di restare immutato, sviluppando così differenze e singolarità che bisogna imparare a rispettare. 

La fluidità è un altro “hotspot” del festival: il teatro, nelle intenzioni dell’organizzazione, si mixa alla storia, alla letteratura, alla poesia, alla danza e alla musica, dando forma a spettacoli eterogenei. 

Ad aprire la kermesse, il 2 settembre, è stata una rielaborazione di La vita è un sogno, opera del commediografo spagnolo Calderon de la Barca, dai sottili richiami shakesperiani. Il dramma è calato in un’atmosfera da fiaba, in cui la sensazione di essere perennemente sospesi tra sogno e realtà è molto forte e rende bene quell’idea di tangibilità dell’astratto che è alla base del progetto firmato da Dipasquale. 

Saluti finali degli attori di La vita è un sogno

A seguire, è stata la volta di Monologhi dell’atomica, in cui personaggi femminili di grande spessore – la premio Nobel Svetlana Aleksievich e la sopravvissuta allo sterminio di Nagasaki Kyoko Hayashi –  hanno raccontato le proprie esperienze riguardo all’utilizzo sconsiderato del nucleare (tematica, tra l’altro, molto attuale). 

Prosegue la linea rosa con Bellezza Orsini. La costruzione di una strega, rappresentazione nella quale viene posta l’attenzione su un processo storicamente attestato di stregoneria ai danni di una donna misteriosa, enigmatica, forse troppo moderna e colta per essere compresa dalla società retrograda  che la circondava. 

La figura di Bellezza Orsini rimanda in qualche modo alla celeberrima signora Ponza di Così è, se vi pare, anche esso in cartello: moglie, figlia, suocera, cognata, nipote.

Tra gli appuntamenti di fine mese, segnaliamo Paolina Leopardi racconta Mozart, una biografia in musica, ennesimo esempio dell’interdisciplinarietà che fa da fil rouge alle attività del Festival.

Da non perdere c’è poi Caro Pier Paolo, chiaro omaggio all’intellettuale bolognese, nell’anno del centenario della sua nascita. In fondo, era possibile immaginare un personaggio più simbolico di Pasolini all’interno di un Festival dedicato alla diversità? Lo spettacolo si focalizza proprio sulla sua ribellione al consumismo e alla omologazione di massa, in nome dell’unicità del singolo. 

Nel programma variegato del Festival delle Ville Vesuviane 2022 si alternano esibizioni di danza, come Attraversando la terra desolata, e concerti (Gabriella di Capua quartet, Marina Bruno & ensemble la dirindina)

Per una panoramica completa del Festival delle Ville Vesuviane 2022, vi consigliamo di consultare il sito ufficiale dell’organizzazione https://www.villevesuviane.net/festival-2022/, dove troverete maggiori informazioni, curiosità e dettagli. 

Per gli amanti dell’arte a 360°, il Festival delle Ville Vesuviane 2022 è davvero un’occasione irrinunciabile. 

Che aspetti? Corri ad acquistare il tuo biglietto! 

Giusy D’Elia 

Le immagini interne sono prodotte dalla redattrice

Leggi anche: Tutto quello che devi sapere sul Festival di Cannes 2022

Giusy D'Elia

Disordinata, ansiosa, testarda, logorroica… ma ho anche dei difetti. I pregi scoprili leggendo i miei articoli! Sono Giusy D’Elia, classe 1997. Studio Filologia moderna perché credo nel valore della cultura umanistica. Ho un mondo dentro che ha paura di uscire, ma La Testata mi sta aiutando a farlo esplodere! Sono la responsabile di Tiktok.
Back to top button