Il Festival dell’Oriente torna alla Mostra d’Oltremare!
Il Festival dell’Oriente, uno dei più importanti sull’Oriente, si è svolto nei giorni 10 e 11 settembre e si svolgerà anche il 17 e il 18 settembre alla Mostra d’Oltremare, nel quartiere Fuorigrotta.
È tornato, finalmente, a Napoli il bellissimo Festival dell’Oriente, una grande manifestazione di ammirazione e di curiosità verso la cultura orientale, terribilmente affascinante.
Il Festival è ben organizzato, e appena si entra nella Mostra d’Oltremare si percepisce un’atmosfera diversa rispetto a quella a cui siamo abituati. Si viene avvolti nell’immediato da profumi di spezie, e l’occhio è catturato da colori vivissimi e abiti caratteristici.
Al Festival si compie un’esperienza a 360 gradi, basta solo lasciarsi trasportare e catturare dal magico Oriente. I paesi coinvolti sono ben 18, e ce n’è davvero per tutti i gusti.
Tra i contenuti del Festival vi sono, infatti: spettacoli, corsi e attività gratuiti, gastronomia orientale, performance e seminari di arti marziali, stand.
Gli spettacoli sono davvero tantissimi, si ripetono ogni giorno dalle ore 10:30 alle 20:30, e sono suddivisi tra: spettacoli folkloristici; danze orientali; arti marziali; rituali orientali; arte e cultura orientale. Di seguito, ne riporto solo alcuni:
- Munedaiko (tamburo tradizionale giapponese, spettacolo folkloristico)
- Danza dei leoni sui pali
- Danza classica indiana Kuchipudi
- Danza Bhangra
- Pittura giapponese Suiboku-Ga
- Bollymasala dance company
- Calligrafia cinese
- Teatro delle ombre cinesi
- Vestizione del kimono
- Cerimonia del the giapponese
- Thaamak lo sciamano
- I suoni di Seba
- Costruzione del mandala
Ho avuto il piacere di vedere i primi sei spettacoli, e ne sono rimasta folgorata. Il tamburo giapponese è potente e solenne, così come la danza dei leoni sui pali. La danza classica indiana è caratterizzata da passi molto precisi e ben scanditi, mentre la danza Bhangra (originaria del Punjab del Pakistan e dell’India) e i passi della Bollymasala dance company sono un tripudio di energia e divertimento.
La pittura giapponese Suiboku-Ga, riportata dalla maestra Yoshiko Kubota, è elegante e raffinata, e la maestra ha una capacità incredibile di comporre i suoi dipinti in pochissimi minuti: uno di questi sarà regalato ad una delle persone chiamate da Kubota dal palco, perché ne farà un ritratto, mentre un altro sarà regalato a uno dei membri del pubblico (fatevi avanti, ne vale la pena).
Passando alle arti marziali, una delle novità del Festival è quella di dedicare, ogni giorno dalle 16 alle 17, performance sul palco proprio riguardo a queste arti antichissime. Non solo sul palco: al Festival sono presenti le aree tatami, e anche qui i maestri proporranno performance o seminari di: Aikido, Karate, Ju Jitsu e tutte le arti marziali orientali, comprese le arti occidentali che derivano dalle più antiche orientali.
Corsi ed attività gratuiti
Non basterebbe una serie di articoli per far comprendere l’enorme ricchezza del Festival, quindi provo a riassumere! Oltre agli spettacoli, è possibile partecipare a corsi ed attività gratuite, ci si deve solo iscrivere dal sito ufficiale del Festival, oppure in loco, ed il gioco è fatto. Tra le varie attività: fabbrica dei ravioli; danza bhangra; manutenzione bonsai; via del tè; massaggio thailandese; meditazione zen; origami giapponesi; reiki; yoga.
Gastronomia orientale
Per poter immergersi ancora di più nell’Oriente, non si può non assaggiare almeno una delle pietanze dei buonissimi ristoranti del Festival. Sono presenti varie cucine orientali, tra cui: giapponese; cinese; indiana; tibetana; thailandese; vietnamita; srilankese. Ma non solo: il Festival è dotato di bazar e di molti stand ricchi di dolci (per esempio vi è lo stand dei dolci turchi, tra cui il baklava), frutta secca ed essiccata e tisane.
Religione e spiritualità
In Oriente, poi, sono nate tra le religioni più antiche al mondo. Il Festival può essere una buona occasione per venire a patti con un lato più spirituale e religioso della propria persona. Nella frenesia in cui siamo tutti coinvolti, bistrattare l’anima è un rischio molto realistico. Ma al Festival sono presenti alcune delle associazioni più importanti religiose, come l’Unione Induista Italiana, il Tempio Buddista di Napoli e il rappresentante della religione Taoista: il monaco e maestro Xu Ben Li, discepolo di 15° generazione di Wudang Sang Feng Pai. Ogni incontro con queste associazioni e con il maestro Xu Ben Li possono essere un’occasione per conoscere l’induismo con meno superficialità; il sentiero interiore tracciato dal buddismo; il “Tao”, ovvero la via, il flusso che scorre senza fine.
Il Festival dell’Oriente è un’esperienza unica e altamente consigliata, un modo per assaporare l’Oriente soprattutto per chi non ha ancora avuto modo di vederlo, sentirlo da vicino, oppure per chi vuole semplicemente rivivere certe atmosfere, sapori, persone.
Il Festival, inoltre, permette a coloro che indossano un abito orientale di ottenere un biglietto ridotto di 8 euro, o addirittura di entrare gratis. Non sono ovviamente ammessi cosplay, ma solo abiti tradizionali orientali, come Kimono, Sari, Chut Thai, Hanbok.
Per poter ottenere l’agevolazione del biglietto o di entrare gratis, basta recarsi alla cassa accrediti. Lo staff giudicherà se si può ottenere l’entrata gratuita, in base all’accuratezza della persona tra vestiario, acconciatura, accessori, oggetti di scena, trucco e calzari.
Napoli ha, quindi, l’onore di avvicinarsi tanto a un mondo non sempre conosciuto come quello orientale, e di fungere da ponte tra Occidente ed Oriente, permettendo un’immersione di esperienze difficile da dimenticare.
Per maggiori informazioni, si consulti il sito ufficiale del Festival.
Dove: Mostra d’Oltremare, Viale John Fitzgerald Kennedy 54, Napoli
Quando: 10-11 settembre, 17-18 settembre
Prezzo del biglietto: €9 ridotto (bambini 5-10 anni compiuti); €14 intero (adulti)
Info e contatti: 345 6247885, staff@festivaldelloriente.net ufficiostampa@festivaldelloriente.net (per visitatori); 339 3766746
angela@festivaldelloriente.net (per espositori)
Aurora Scarnera
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