“Il sole rosso” del Vesuvio
Questa prelibatezza è una peculiarità tipica campana, figlia della terra vulcanica del Vesuvio.
Le informazioni riguardanti la produzione e la conservazione si hanno grazie alla Regia Scuola Superiore di agricoltura di Portici (1885)
La scelta dei napoletani di usufruire di questo prodotto era soprattutto legata alle esigenze invernali di riuscire a guarnire i saporiti primi piatti e a decorare la tipica pizza napoletana; nel 2009 il pomodorino del Piennolo è stato riconosciuto D.O.C.
Non tutti i pomodorini possono diventare del Piennolo, questo tipo deriva dallo Solanum lycopersicum, coltivazioni tradizionali chiamate anche: Fiaschella, Lampadina, Patanara, Principe Borghese e Re Umberto, un tempo coltivate nell’area.
La particolarità stava proprio nella buccia spessa, perfetta per la conservazione a lungo termine. Il peso delle bacche non supera i 30 grammi e la forma a cuore e il suo “pizzo” la identifica come tratto caratteristico del pomodoro
Il nome “del Piennolo” deriva dal fatto che questi pomodori vengono raccolti a grappolo e appesi sui balconi delle case; il prezzo è più alto rispetto a quelli di altri pomodori in commercio, ma ne gioverà il sapore dei futuri piatti.
La casa di questi pomodori è situata alle pendici del Vesuvio; l’alta quota e il terreno composto da diversi strati di lava sono gli elementi che donano a questo pomodoro la sua unicità; le aree interessate sono: Massa di Somma, Ottaviano, Pollena Trocchia, Portici, Sant’Anastasia e Somma Vesuviana.
Oltre al suo gusto delizioso, il pomodoro del Piennolo contiene il Licopene (antiossidante), importante per diversi studi scientifici che hanno rivelato che questo componente è anche un anti-invecchiamento, regola i trigliceridi del nostro corpo ed è ricco di vitamine A e C.
Resta solo mangiarlo! Un po’ di pane, olio e l’o i’ lloco.
Ada di Domenico
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