La Scuola di Atene, opera fondamentale del Rinascimento italiano
Raffaello Sanzio fu tra i più illustri pittori del Rinascimento, nato ad Urbino nel 1483, la sua carriera di artista e architetto fu di tale perfezione da raggiungere già tra i contemporanei fama e successo.
Nato in una famiglia in cui l’arte era quotidianità, il padre infatti era anch’egli pittore, ebbe la possibilità di visionare fin da giovane le opere d’arte dei maggiori artisti del tempo presenti nei palazzi della città di Urbino, centro culturale particolare fervente in quel periodo storico.
Il circolo di allievi che raccolse intorno a sé durante la sua attività fu cospicuo e contribuì a produrre le più importanti opere del Rinascimento italiano con influenze sulla pittura anche dei secoli successivi.
Numerosissime sono le opere create da Raffaello Sanzio, i più grandi signori del tempo infatti frequentemente commissionarono loro ritratti all’artista come anche papi e cardinali.
Sposalizio della Vergine, Ritratto di Elisabetta Gonzaga, Ritratto di Agnolo Doni, San Giorgio e il drago, Madonna del Belvedere, Ritratto di Leone X, Ritratto di Giulio II, Madonna del Passeggio, sono solo alcune delle meraviglie prodotte da Raffaello Sanzio.
Nel 1508 Papa Giulio II, da poco insediatosi sul trono papale, decise di utilizzare delle stanze, all’interno dei Palazzi Apostolici, non frequentate dal suo predecessore e per questo decise di farle affrescare nuovamente, sebbene contenessero affreschi di Piero della Francesca.
Nacque così il progetto concepito probabilmente sia dal Papa che da Raffaello, di dedicare questo spazio alla cultura umanistica e quindi di suddividere le porzioni da affrescare in quattro temi , teologia, filosofia, poesia e giurisprudenza, ognuna su una parete.
La stanza prese il nome di Stanza della Segnatura, poiché vi si insediò il tribunale della Signatura Gratiae et Iustitiae.
Fu sulla parete ovest dedicata alla filosofia che Raffaello Sanzio creò la Scuola di Atene.
Nell’ affresco vi sono rappresentati, sullo sfondo di un maestoso edificio classico, i filosofi e matematici antichi, 58 in totale le figure presenti.
Tema principale è la razionalità e l’esercizio del pensiero attraverso cui l’essere umano può elevarsi.
La scena è calma ma dinamica al tempo stesso, restituisce il senso del movimento e della discussione tra i pensatori.
Al centro ci sono Platone e Aristotele immersi in una intensa conversazione e ai lati si dispongono man mano in circoli gli altri, possiamo scorgere fra i tanti infatti alla sinistra di Platone Socrate, Senofonte, Pitagora intento a leggere, Averroè, Parmenide, Epicuro.
Alla destra di Aristotele invece notiamo Plotino, Euclide, Diogene e all’estrema destra un personaggio con un cappello nero in cui si è identificato l’autoritratto di Raffaello.
Particolarità di quest’opera è la decisione di Raffaello Sanzio di omaggiare i maggiori artisti del tempo da lui stimati, utilizzando i loro volti per la creazione dei filosofi.
Gli studiosi hanno identificato il volto di Michelangelo, che a quel tempo stava dipingendo la Cappella Sistina, utilizzato per il personaggio di Eraclito, il volto di Platone è quello di Leonardo Da Vinci, Aristotele invece potrebbe essere stato rappresentato con le sembianze del pittore Bastiano da Sangallo.
Quest’opera ci parla chiaramente, è una celebrazione dello sviluppo del pensiero e della cultura, che si legge con facilità in ogni sua parte. Come scrisse Vasari: “ Raffaello Sanzio fu alla composizione delle storie così facile e pronto che gareggiava con l’efficacia della parola scritta”.
Beatrice Gargiulo
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