“Le Divoratrici” di Lara Williams, affamate di libertà
Le divoratrici è il primo romanzo dell’autrice inglese Lara Williams, uscito in lingua originale nel 2020 con il titolo Supper Club e disponibile in Italia dal 2021, grazie alla casa editrice Blackie Edizioni.
Il Supper Club, fondato da Roberta, l’introversa protagonista del romanzo, è molto particolare. Non nasce per scambiarsi idee e ricette, per infornare dolci o esplorare sapori esotici. Quello che unisce tutte le donne che ne fanno parte è il bisogno e la volontà di rompere gli schemi e i ruoli che la società ha loro imposto.
In un mondo in cui ci si aspetta che una donna abbia sempre poco appetito, loro vogliono abboffarsi.
In una società che vuole le donne sempre educate ed eleganti, loro rovistano nei cassonetti.
Se una donna deve coprirsi il più possibile per non essere giudicata, loro rispondono mangiando e ballando nude.
Le donne del Super club sono affamate non (solo) di cibo. Hanno fame di libertà, di vita, di affetto. Vorrebbero non sentirsi costrette in ruoli che non hanno scelto.
Man mano che passa il tempo, il Supper club diventa sempre più sovversivo, perché rompere le regole, a volte, può significare anche trasgredire qualche legge.
Ma il libro non parla solo delle nottate passate abusivamente in ristoranti o negozi, né solo delle storie delle donne che ne fanno parte.
Il romanzo esplora in maniera completa la vicenda della crescita, delle relazioni e delle difficoltà della protagonista Roberta, intrecciando alla storia del club e al racconto della sua vita personale di adulta, flashback degli anni universitari, quando era una ragazzina timida, poco integrata tra i suoi coetanei e, soprattutto, sola.
Attraverso il racconto della sua vita, il romanzo affronta temi molto importanti: si parla di violenze sessuali, di disturbi alimentari, di complicati rapporti tra genitori e figli, di relazioni tossiche, di carenze affettive, di depressione e molto altro.
La scrittura di Lara Williams è chiara e semplice, ma non scontata. I temi sono affrontati con la delicatezza di cui necessitano, senza banalità o drammaticità. Molto spesso l’autrice si limita a raccontare fatti che servono da spunto, lasciando poi noi a trarne delle conclusioni. La forza della sua scrittura sta nella chiarezza: non ci sono né fronzoli, né abbellimenti, ma le cose vengono espresse in maniera diretta, talvolta anche cruda, ma senza eccessi.
Tanto è lo spazio lasciato al non detto. La voce narrante appartiene a una donna introversa e riservata e tale resta nel momento in cui esprime i propri pensieri, timori o i suoi desideri.
C’è sempre qualcosa da leggere al di là delle parole.
E da questo, a mio avviso, si intuisce la bravura dell’autrice.
Nadia Rosato
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