Fratelli di Giorgia Meloni e conservatrici novità: ecco cosa succede in Parlamento
Sono le 10:00 del mattino del 22 ottobre 2022. Diamo il benvenuto, o forse dovremmo dire “la benvenuta”, alla prima premier donna della storia italiana.
Una composta, ma emozionata Giorgia Meloni, come previsto dai risultati delle passate elezioni e confermato negli scorsi giorni, giura sulla Costituzione, davanti al Presidente della Repubblica, Sergio Mattarella, di accettare l’incarico di Presidente del Consiglio – non occorre chiamarla Presidentessa, basta declinare l’articolo – e di agire nell’esclusivo interesse della nazione.
Nell’incognito panorama politico e nel clima di sospensione generale, in cui regnano fermento e agitazione, vediamo brevemente cosa è successo a Roma nelle settimane che hanno preceduto il giuramento della nuova Capo di Governo.
Sono stati nominati i Presidenti di Camera e Senato: il primo, Lorenzo Fontana, deputato leghista, due volte ministro ed eurodeputato, ultra conservatore cattolico, contrario a tutte le “schifezze”, a suo dire, che si discostano dall’idea di famiglia tradizionale; il secondo, Ignazio Benito Maria La Russa, tra i principali fondatori di Fratelli d’Italia.
Il governo è composto da 24 ministri: sei sono le donne e quattro i tecnici, uomini.
Durante la prima seduta del nuovo Parlamento, tenutasi il 13 ottobre, sono state, non una, ma ben 519, di cui 338 alla Camera e 181 al Senato, le proposte di legge presentate da deputati e senatori.
La “proposta”, nel linguaggio parlamentare, consiste in un progetto di legge presentato a una Camera del Parlamento per iniziativa del Governo, di uno o più parlamentari, di 50.000 elettori, del Consiglio nazionale dell’economia e del lavoro (CNEL) o di un Consiglio regionale.
Elenchiamo le principali.
La prima mossa di Giorgia Meloni è stata quella di cambiare le denominazioni di alcuni, non pochi, Ministeri.
Si parte dal Ministero delle Politiche giovanili, che si convertirà in Ministero dello Sport e dei Giovani, riprendendo, almeno nelle parole, l’idea di una gioventù, formata ed educata a livello fisico e mentale, a cui si affida il futuro del Paese. I figli della lupa non sono ancora tornati, che ci si stia lavorando?
Sulla necessità di una educazione sportiva si sono esposti vari senatori, spingendo per l’inserimento dello sport in Costituzione (ad ampliare il dettato dell’art. 33), insieme all’introduzione di ore di Economia finanziaria a scuola e dell’obbligo dello psicologo scolastico.
Sulla necessità di una educazione, comunque, il PD, dal canto suo, spinge per favorire l’assunzione dei giovani da parte delle imprese, l’aggiornamento delle regole che determinano la cittadinanza (Ius scholae) e per introduzione e agevolazione del voto per i fuori sede.
Il secondo Ministero a cambiare nome è quello delle Pari Opportunità, che diventerà Ministero per la Famiglia, la Natalità e le Pari Opportunità. A questo proposito, non si è fatta attendere la proposta di Maurizio Gasparri, esponente di Forza Italia, che vorrebbe modificare l’articolo 1 del Codice Civile, affinché gli stessi diritti e doveri, cioè la capacità giuridica, che si riconosce al momento della nascita, venga riconosciuta anche al concepito.
Le posizioni del partito di ultradestra sul concetto di famiglia tradizionale e sul diritto all’interruzione di gravidanza non sono nuove. Le donne hanno diritti sì, finché questi diritti non invadono la sfera del “conservatorismo” della specie. E gli uomini hanno più diritti delle donne, anche su un corpo che non è il loro.
Non era così che immaginavo le pari opportunità.
L’accettazione della proposta del senatore di Forza Italia metterebbe fortemente in discussione i limiti del diritto all’interruzione di gravidanza, concedendo al feto, gli stessi diritti, alla vita, alla salute, all’integrità fisica, che fino ad ora si riconoscono solo al momento della nascita.
Inoltre, Gasparri ha proposto l’istituzione di una giornata della vita nascente e di rendere reato la maternità surrogata, indifferentemente se portata avanti in Italia o all’estero.
Altri Ministeri che cambiano nome sono il Ministero dello Sviluppo Economico, che diverrà delle Imprese e del Made in Italy e quello degli Affari Esteri e Cooperazione Internazionale, che sarà denominato Ministero degli Affari europei, coesione territoriale e PNRR (Piano Nazionale di Ripresa e Resilienza).
Di riprendersi e di rialzarsi sicuramente la nazione ne ha necessità, vedremo in che maniera.
Il Ministero per il Sud e la Coesione territoriale diventerà Ministero per il Sud e il Mare che, per quanto poetico, da una parte tralascia come il mare circondi buona parte della penisola e dall’altra forse auspica, senza necessità di fare nomi, che l’acqua sommerga il meridione così da riequilibrare finalmente gli sforzi del triangolo industriale.
Cambierà nome anche il Ministero delle Politiche agricole alimentari e forestali, che sarà ribattezzato dell’Agricoltura e della Sovranità alimentare; seguito da quello della Transizione ecologica, ora Ministero dell’Ambiente e della Sicurezza energetica.
Forza Italia, con Michela Brambilla, preme per un avvicinamento, nelle ore di Educazione civica, alla cultura vegetariana e vegana, con lo scopo di costruire una solida sensibilità giovanile.
L’ultimo, ma non per importanza, a cambiare nome, anche se in Italia ci siamo abituati a vederlo così, è il Ministero dell’Istruzione, a cui si aggiungerà un pomposo “e del Merito”. Il concetto riprenderebbe l’idea di capacità personale, motivazione e successivo raggiungimento di posizioni di rilievo, intrinseco alla cultura statunitense del self-made man, ma ancora lontano da quella italiana del “Chi ha competenze, magari un giorno ci arriva. Chi ha conoscenze, magari prima o poi se ne va”.
Come preannunciato, non sono solo questi i temi delle più di 500 proposte che si discuteranno nelle Camere nei prossimi mesi, tra i più caldi la legalizzazione della cannabis light a uso terapeutico o ricreativo, l’abolizione del numero chiuso e programmato per accedere all’Università e il delicatissimo fine vita.
È difficile fare previsioni su quali saranno i primi provvedimenti che vedranno la luce con il nuovo governo.
Due cose, però, le abbiamo capite: ai Ministeri piace cambiare e le novità, a primo occhio, così innovative non sono. Che sia meglio rinominare anche le proposte con “riconferme”, “ritorni”, “moderati passi in avanti”, se a proporle sono partiti ultraconservatori?
È presto per dirlo, le risposte le darà il tempo. Resta solo da vedere se sarà il futuro, il presente o il passato.
Stefania Malerba
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