E poi arriva The crown 5
Dal 9 novembre è su Netflix la quinta e penultima stagione di The Crown.
È autunno, fuori comincia lentamente a fare freddo, arriva l’ora legale, arriva il buio. La casa ti sembra improvvisamente più ospitale, più accogliente. Vorresti uscire, vorresti continuare a fare la vita mondana che facevi in estate ma la verità è che la volontà non ti basta, il cambio di stagione ti ammazza, il buio ti abbatte e allora ti lasci andare ai ritmi lenti e morbidi dell’autunno.
Allora cerchi il comfort del divano e qualcosa da vedere in tv: ed è allora che arriva in tuo soccorso The crown 5.
Piccola premessa: se non avete ancora visto The crown, male, molto molto male! Guardatelo subito! Guardatelo tutto! Guardatelo in lingua originale! Se, come me, invece siete fan accaniti della serie e non aspettavate altro che uscisse la quinta stagione, allora sono qui per dirvi la mia sulla più succulenta delle stagioni di The crown.
Sì, la più succulenta perché è la stagione che racconta gli anni più drammatici e più chiacchierati della corona inglese: gli anni del pettegolezzo più pruriginoso, dei divorzi, gli anni dei lutti e delle perdite. E noi fan non aspettavamo altro che sguazzarci dentro.
Non voglio fare spoiler, non voglio togliervi il gusto di godervi la serie con tutta la calma necessaria. E allora mi limito a dirvi le mie impressioni facendo la massima attenzione a non fare rivelazioni. Ho letto un po’ di cose prima e durante la visione della quinta stagione di The crown: articoli, recensioni, commenti. Vi dico cosa ho letto, vi dico cosa ne penso.
Il cast. L’Elisabetta II di Imelda Staunton ci convince? Non so. Non ha il piglio deciso e fiero di Olivia Colman, non ha la compostezza di Claire Foy. Non sarebbe stato un esperimento interessante se Imelda Staunton avesse messo nella sua Elisabetta II un po’ della Umbridge? Jonathan Pryce è il principe Filippo: nulla da dire. Bravo, credibile, perfettamente calato nella parte. Solo non è Tobias Menzies.
Dominic West è il Principe Carlo. West, da un lato, dà al personaggio di Carlo un fascino e una sicurezza che sicuramente non merita e, dall’altro, un’antipatia così profonda e viscerale da spazzare via qualsiasi traccia di quella compassione che si può provare per un uomo che deve soffocare i propri sentimenti, i propri desideri in nome di qualcosa di più grande.
Elizabeth Debicki è Lady Diana. La Debicki è impressionante: identica nella voce, nella postura, abilissima nel rendere la controversa fragilità e la forza dolente che sono i tratti tipici del personaggio. Elizabeth Debicki è la più Diana di tutte le Diana viste sul grande e piccolo schermo.
Elisabetta II. Ho letto, non so dove, che fa strano vedere la quinta stagione di The crown all’indomani della scomparsa della regina Elisabetta. Fa davvero così strano? Io non credo. Diciamocelo sinceramente: qualcuno ha mai pensato ad Elisabetta II come ad una persona, come ad un essere vivente, storicamente esistente? Io no, mai. Elisabetta II è un personaggio dentro e fuori lo schermo: Elisabetta II è fatta della stessa sostanza impalpabile e fantastica di cui sono fatti i migliori personaggi d’autore. È possibile dire morto un personaggio?
La famiglia reale. The crown è la più completa e dettagliata descrizione della storia della famiglia reale inglese. È la fotografia diacronica della più controversa e affascinante delle famiglie reali, della sua storia, dei suoi costumi, delle sue contraddizioni, delle sue difficoltà e della sua grandezza. Ebbene dalla quinta stagione emerge un quadro più fosco e malizioso di questa famiglia.
Dalla quinta stagione emerge ancora più chiaro il divario tra la statura rigorosa e imponente di Elisabetta II e quella noia vuota e tipicamente aristocratica che pervade i Windsor. Mentre la regina sacrifica l’intera sua esistenza in nome del suo paese e della corona inglese, la restante parte della famiglia insegue passioni futili, interessi dispendiosi e discutibili alla ricerca disperata e incessante di modi per riempire un tempo infinito: il tempo della nobiltà.
Il quadro che esce fuori dei reali inglesi e di Carlo in primis non è dei migliori: viziati e viziosi, fragili, incomprensibili persino a se stessi, orbitano attorno a quel perno saldo e incrollabile che è la regina con un movimento caotico e imprevedibile. Fanno errori, fanno rumore, si affannano alla ricerca della felicità senza capire che “il sistema”, che è la corona inglese, non si cura della felicità del singolo, ma solo della sua autoconservazione.
Nella speranza di non avervi detto nulla che vi rovini la sorpresa, ma di avervi fatto venire la voglia di buttarvi sul divano in una maratona di The crown, vi saluto. Ci rivediamo alla sesta stagione (già confermata) di The Crown.
Valentina Siano
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