Frana a Ischia, stretti in un abbraccio ai nostri vicini isolani
Una terribile tragedia ha colpito l’Isola d’Ischia nella giornata di oggi, sabato 26 novembre 2022.
Causa maltempo, intorno alle 5 di questa mattina, il Comune di Casamicciola è stato sommerso da un fiume di fango e detriti che ha provocato ingenti danni.
La frana a Ischia è partita dal Monte Epomeo, da un’altezza di circa 780 metri, e ha travolto tutto ciò che ha incontrato sul suo cammino devastando case, trascinando auto e mezzi pesanti fino al mare e seppellendo corpi.
Il bilancio è drammatico: 11 dispersi e solo un morto accertato; diversi feriti sono in ospedale in codice rosso; 30 nuclei famigliari sono isolati, per un totale di 100 persone rimaste senza acqua e luce; 200 persone evacuate; 10 edifici crollati.
Sul posto sono giunti i Vigili del Fuoco, le forze dell’ordine, la Protezione Civile e numerosi volontari. Sono in arrivo anche altri soccorsi da fuori regione, ma le condizioni atmosferiche avverse e le strade impraticabili rallentano e complicano le operazioni di ricerca dei dispersi e di messa in sicurezza dei residenti bloccati nelle case a rischio crollo.
Stando agli ultimi aggiornamenti, sarebbe stata confermata la morte di una delle donne scomparse; mentre una famiglia composta da marito, moglie e due bambini (tra cui un neonato) è stata trovata sana e salva. Un ferito è stato trasportato all’Ospedale Cardarelli per ipotermia e con uno schiacciamento al torace.
Le autorità sono in allerta per la frana a Ischia: i sindaci dei vari comuni isolani hanno invitato tutti i cittadini a non muoversi dalle proprie abitazioni; mentre, la Regione Campania ha chiesto lo stato di emergenza per l’isola verde.
Siamo tutti in ginocchio dal dolore. Dalla cima al tacco dello Stivale, siamo tutti sconcertati e increduli per l’accaduto.
Non è la prima volta che Casamicciola si ritrova vittima di una catastrofe idrogeologica. Solo 13 anni fa, Anna De Felice, una giovane che stava andando a scuola in auto, perse la vita a causa di un’alluvione dalle dinamiche estremamente simili (se non identiche) a quella che ha scosso le nostre coscienze nelle ultime ore.
In effetti, come ha fatto notare in un post pubblicato su Facebook lo scrittore ischitano Corrado Visone: “ Non è rischio idrogeologico, è certezza idrogeologica”.
Episodi di questo tipo si sono infatti verificati periodicamente nel comune di Casamicciola: nel 1910, nel 1921, nel 2009 e di nuovo oggi nel 2022. L’inarrestabile colata di fango e detriti si è mossa seguendo sempre uno stesso percorso che parte dal versante settentrionale del Monte Epomeo, passa per gli alvei delle cave Fasaniello e Sinigallia, scendendo per la “Lava” (indicata localmente con questo appellativo proprio per la predisposizione a trasformarsi in letto per questi devastanti flussi) e culminando in Piazzale Anna De Felice.
Senza dimenticare il terremoto che nel 2017 colpì Ischia, provocando i maggiori danni soprattutto a Casamicciola, dove ancora adesso si vedono i segni di quei terribili giorni e dove molti abitanti ancora non hanno una fissa dimora.
E allora sorgono spontanee delle domande: al di là degli effetti evidenti del cambiamento climatico che hanno portato a due allerte meteo arancioni a distanza di pochi giorni, la catastrofe era prevedibile ed evitabile? Un atteggiamento di negligenza ha ritardato provvedimenti che andavano presi con urgenza? A cosa serve ricordare gli scomparsi delle precedenti tragedie se non si fa nulla per evitare che queste si ripetano?
Non solo tanto dolore, ma anche rabbia, frustrazione e delusione da parte dei cittadini testimoni di un orribile déjà vu.
Nel buio pesto, un barlume di luce proviene dalle strutture alberghiere e dai centri sportivi che hanno dato disponibilità ad ospitare gli sfollati: l’Hotel Michelangelo a Lacco Ameno; L’Hotel Royal Sunset, l’Hotel Terme Zi Carmela e il Palacasale a Forio. È inoltre richiesto un aiuto alla comunità: servono coperte, indumenti e thermos con bevande calde.
È difficile restare impassibili di fronte a situazioni simili. Non sono di Ischia, ma quando questa mattina sono stata inondata dalle notizie sulla frana, mi è venuto un nodo alla gola.
Ischia.
Sono anni che passeggio per le tue strade, osservando incantata gli scorci suggestivi che solo tu sai regalare. Ho trovato serenità nella culla delle tue onde e poi ho sciacquato via la salsedine dalla mia pelle non attendendo altro che l’indomani per tornare a “ricongiungermi” con te.
Ti ho vista risvegliarti sotto le prime luci del mattino con il sole che faceva capolino alle spalle del Castello Aragonese. Ti ho vista rivestita dei variopinti colori del tramonto del Soccorso, di Cava, di Zaro.
Ti ho conosciuta in piena estate, quando nel tuo massimo splendore ti affolli di turisti rapiti dalle tue bellezze. Ma ti ho conosciuta anche in inverno, in vesti diverse e altrettanto meravigliose.
Ho curiosato tra le particolarità di ogni tuo angolo; ho scoperto il fascino della tua storia, delle tue aree verdi e dei tuoi centri culturali e di svago. Ho assaggiato le tue prelibatezze enogastronomiche (il Coniglio alla cacciatora, il Cornetto ischitano e la Piperna hanno un posto speciale nel mio cuore). Sono stata accolta dalla tua gente con sorrisi caldi e affetto strabordante, come se fossi nata e cresciuta sulle tue sponde, su quello “scoglio” che anche Vittoria Colonna un tempo aveva chiamato casa.
Oggi ti ho vista sofferente, stremata e piegata da una pioggia torrenziale e da colate di fango che hanno spazzato via abitazioni, auto, persone. Cambiamento climatico o responsabilità amministrative, in questo momento l’unica cosa che conta sono le vittime di questa tragedia.
Coloro i quali in un giorno apparentemente ordinario hanno perso la vita sotto le macerie, senza avere neppure il tempo di rendersi conto di cosa stesse accadendo, senza poter abbracciare per l’ultima volta i propri cari. Coloro i quali sono sopravvissuti, ma hanno perso sogni e speranze, affetti e proprietà. Coloro i quali sono stanchi di subire disgrazie che forse potevano essere contenute con qualche accortezza in più.
È a loro e a tutta la popolazione ischitana che va la nostra piena e più sentita solidarietà.
Giusy D’Elia
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