“Jet dei ricchi”: al cambiamento climatico non deve pensarci solo il cittadino medio
La pagina Instagram Jet dei ricchi è giunta ad un risultato incredibile, ed in soli pochi mesi. Approdata sui social Instagram e Twitter il 24 giugno 2022, Jet dei ricchi ora conta un seguito notevole di, rispettivamente, 45.900 mila follower e 3.792 follower.
Ma di cosa si occupa? L’account Instagram e Twitter fondato e gestito da un collettivo anonimo under 30 segue gli spostamenti dei velivoli privati italiani tramite il tracker OpenSkyNetwork (basato sulla tecnologia ADS-B, usata dagli aerei per comunicare le informazioni di volo al pubblico), che permette di fare una stima delle emissioni di Co2 prodotte, grazie a fattori come il tempo di volo e il consumo moltiplicati per il fattore di emissione del cherosene (3,06 kgCo2/litro). I dati sono forniti dall’Agenzia Nazionale Francese per la Transizione ecologica (ADEME).
Il collettivo è vicino alle azioni ed idee di Fridays for Future ed Extincion Ribellion, pur non facendone parte. L’obiettivo di Jet dei ricchi è di evidenziare l’enorme disuguaglianza ambientale e sociale. Dove i non-super ricchi cercano (e nemmeno sempre) di ridurre il proprio impatto ambientale, ecco che quell’1% di super ricchi emette, da sola, il 15% delle emissioni totali, come dall’ultimo rapporto Oxfam.
Ed i miliardari sono anche i responsabili di ben il 50% delle emissioni di tutta l’aviazione. Un po’ di numeri per chiarire ancora meglio questa situazione: secondo il rapporto pubblicato da Transport and Environment, federazione di ONG europee trattante la mobilità sostenibile, un jet privato emette fino a due tonnellate di CO2 a tratta.
Un solo cittadino medio dell’Unione Europea ne emette 8,2 in un intero anno. In media, i voli privati inquinano dalle 5 alle 14 volte in più rispetto agli aerei commerciali. Questi sono dati che fanno riflettere.
Diversi paesi dell’Unione Europea hanno finalmente affrontato l’argomento, tra cui l’Italia, anche se con timidezza e non apertamente. Uno dei primi a discuterne è stato la Francia, la quale nel solo 2019 ha avuto ben 1/10 del totale dei voli privati, ed è per questo che vuole regolamentarli.
In particolar modo, due politici francesi si sono distinti a riguardo: il ministro dei trasporti francese Clément Beaune, che ha presentato all’Assemblea Nazionale la proposta di regolamentare i jet privati, e Julien Bayou, deputato e segretario del partito dei Verdi.
A differenza del più moderato Beaune, Bayou propone di eliminare definitivamente i jet privati. A poco a poco, la Francia ha discusso sempre di più di questo argomento, grazie anche all’account Twitter I Fly Bernard, che all’inizio si era posto l’obiettivo di monitorare le tratte private di Bernard Arnault, il miliardario francese. Nel tempo, il monitorare l’aviazione privata si è esteso da Arnault a tutti i jet privati attivi in Francia.
E l’Italia? Alcuni partiti hanno abbracciato la causa, come Sinistra Italiana e Verdi, attirando lo sgomento di alcuni personaggi politici come Luigi Marattin, candidato d’Italia Viva, il quale sostiene che “In attesa che lo stesso slogan abbia “proprietà” al posto di “jet” (è solo questione di tempo, visti i soggetti), una riflessione: al 31/12/2021 risultano 133 jet privati registrati fiscalmente in Italia. Sicuramente abolendoli si risolve il problema dell’ambiente nel mondo”.
Insomma, qualcuno è ancora scettico. E Marattin non è il solo. La politica italiana, fatte le dovute eccezioni, sembra indifferente al tema. Pochi se ne sono interessati, che sia a favore dei jet privati, che sia contro. Un altro esponente di Italia Viva spicca su tutti: è Matteo Renzi, il quale è stato monitorato dalla pagina Jet dei ricchi.
Pare che Renzi abbia pensato di volare a Cipro ad una conferenza organizzata dall’Economist per parlare di alcuni temi caldi, tra cui il cambiamento climatico. L’ha fatto utilizzando un jet, lo stesso della tratta Roma-Larnaca-Roma, lo stesso jet che tra lunedì e martedì ha emesso ben 12 tonnellate di CO2.
Renzi è il solo? Certo che no: anche Silvio Berlusconi ha contribuito a cuocere a puntino il pianeta. In sei giorni, per sei volte, Berlusconi ha viaggiato col suo Gulfstream, nella tratta Roma-Milano.
Questi sono solo esempi, perché i politici italiani sono in ottima compagnia: Maneskin, Fedez, la famiglia Barilla, Lapo Elkann, Flavio Briatore, Michelle Hunziker, Mara Venier, Olimpia Milano, Valentino Rossi e molti altri.
Riguardo a questa situazione, resta un po’ sconcertante la difesa populista e quasi da sindrome di Stoccolma che adottano i fan di alcuni personaggi, come Kylie Jenner, per esempio. Emblema dell’alienazione dal mondo è la foto dell’influencer. La donna guarda, con suo marito Travis Scott, i loro due jet privati. Di sotto la foto, la didascalia in inglese: “you wanna take mine or yours?”. E via, fiumi di “mi piace”. Non sono mancati commenti di indignazione, così come quelli in cui si accusano i detrattori di Jenner come invidiosi.
Scegliete voi se vi fa piacere prestare massima attenzione, mentre fate la spesa, a comprare quel detersivo biologico, a comprare la bottiglia riutilizzabile, ad abolire il fast fashion, a mangiare meno carne, addirittura a pensare di non fare figli, mentre un super ricco ha deciso che per una tratta tranquillamente percorribile tramite la sua business class ha consumato in poche ore quanto voi consumereste in un anno, o di più.
Se, ancora, li difendete, vi suggerisco di lavorare sulla vostra autostima. E non è una critica, ma un consiglio, perché noi siamo tutti dalla stessa parte, sono i super ricchi a non appartenervi, e tranquilli, che non apparterranno mai alla nostra parte.
Scindere la crisi climatica dalla giustizia climatica non è più possibile. Il pianeta è di tutti, non solo dei poveri, dei medi, dei benestanti. È ora che le responsabilità vengano assunte anche da chi se ne ritiene esente, anche da chi sembra non abitare un pianeta vicino al collasso.
Aurora Scarnera
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