Kopi Luwak, il caffè più pregiato e meno etico del mondo
La mattina una bella tazzina di caffè è d’obbligo, almeno per la maggior parte dei napoletani.
Chi non inizia la giornata in questo modo?
Questa è, infatti, una delle bevande più vendute al mondo, e nei modi più svariati ed a tutte le ore.
A Napoli è una vera tradizione.
Ma ne esiste un tipo davvero strano e costoso. Quale? Adesso ve lo spiego.
Si chiama Kopi Luwak e, leggete bene, è una bevanda proveniente dai chicchi di bacche defecate dallo zibetto delle palme comune.
Ebbene sì, un infuso di cacca.
Ma non lasciatevi tradire dalle apparenze.
Questo caffè è molto pregiato in Indonesia (e nel resto del mondo), il suo nome deriva proprio da Kopi, ovvero caffè e Luwak, il nome dell’animale nella lingua del paese.
Nel XIX secolo l’Indonesia era sotto gli olandesi ed ai lavoratori delle piantagioni era proibito consumare caffè. Così iniziarono a recuperare le bacche espulse dal musang, altro nome dell’animaletto.
Il sapore era così particolare che si estese anche al consumo dei colonizzatori, e poi al mondo.
In realtà, i chicchi delle bacche ingerite dallo zibetto passano intere nell’intestino senza subire la normale digestione. Questo renderebbe il Kopi una bevanda dal gusto più dolce come il cioccolato.
Essendo così particolare la sua produzione, il caffè è venduto ad un prezzo altissimo. Nel 2012 costava 130 dollari all’etto.
Un po’ troppo per una semplice bevanda.
Il vero problema però è il trattamento degli animali, catturati e sfruttati per la produzione del pregiato caffè.
Mentre prima le bacche defecate erano raccolte in natura, adesso il musang viene imprigionato e allevato a livello intensivo, proprio come accade con polli o maiali.
Le condizioni di vita di questi poveri animali sono disastrose. Vivere in uno spazio di pochi centimetri ed alimentarsi solo di bacche provoca malattie e morte precoce delle creature.
Addirittura, Tony Wild, l’esportatore della bevanda all’estero, non sosterrà più questa produzione e Harrods, catena famosissima inglese, nel 2013 ha ritirato il caffè dai suoi scaffali.
Lo sfruttamento animale è una pratica brutale con cui abbiamo a che fare ogni giorno, dalla carne alle pellicce.
Pagare così tanti soldi per una bevanda che usa e sfrutta gli zibetti non solo è assurdo, ma è anti etico.
Cerchiamo di restituire la libertà agli animali evitando questa inutile “tradizione”.
Martina Maiorano
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