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NIAGARA di Alec Soth, finché morte non ci separi

NIAGARA è un progetto narrativo del fotografo Alec Soth, alle prese con il sogno americano e le disillusioni d’amore, da subito entrato a far parte dei classici fotografici contemporanei.

Alec Soth è un fotografo nato nel 1969, membro dell’agenzia Magnum, che vive e lavora a Minneapolis nel Minnesota.

La sua fotografia e il suo modus operandi sono radicati nello stile documentario. Gran parte del suo lavoro si basa su una narrazione fatta di miti e metafore, scandagliando il territorio americano. La produzione conta oltre venti libri fotografici, tra i più famosi Sleeping by the Mississippi (2004), Broken Manual (2010), Songbook (2015), A pound of pictures (2022).

Tra questi NIAGARA (2006), riedito nel 2021, è uno dei progetti che più preferisco in assoluto. È un libro massiccio, una raccolta di fotografie che sembrano inghiottire il lettore al proprio interno con una narrazione di forte influenza letteraria. In questo lavoro, il fotografo ha voluto documentare la mistificazione e commercializzazione di un paesaggio in favore dell’ossessione nazionale per le cascate del Niagara. 

«Il Niagara fa parte della mitologia americana. È un luogo infuso di romanticismo, dove le persone vanno a sposarsi» scrive Soth stesso. Perché se c’è un luogo – americano – considerato la capitale dei viaggi di nozze, questo è proprio il Niagara. 

L’origine del mito è antica, da quando nell’Ottocento borghesi e cariche di stato suggellarono il proprio «Sì, lo voglio» sullo sfondo del fiume (come persino Girolamo Napoleone nel lontano 1806) invitando la classe media a fare altrettanto. Ma c’è anche molto altro che ha a che fare con il mito hollywoodiano e la crescente pubblicità al turismo, e con esso pellicole, scritti e opere d’arte dedicate al flusso inarrestabile delle cascate. Per intere generazioni di americani, il Niagara divenne il luogo delle nozze, e un simbolo tanto radicato è duro a morire nell’immaginario collettivo.

Melissa. © Alec Soth, courtesy of the artist

Sebbene il soggetto possa essere intenso, quelle di Soth sono immagini silenziose. Utilizzando un banco ottico per gli scatti in grande formato 20x25cm, le fotografie sono rigorosamente composte e riccamente dettagliate. Quello che vediamo in un primo momento sono immagini che ci parlano sicuramente di amore, di gioventù, speranza e avventura ma dopo un po’ il giudizio viene sospeso e il fotografo ci riporta con i piedi per terra. È il declino del paesaggio, in una lettura in cui le cascate diventano metafora della passione che scorre, ma gli ambienti limitrofi ne segnano la decadenza.

Cadillac Motel. © Alec Soth, courtesy of the artist

«Quando sono arrivato lì la mia visione del luogo è cambiata completamente» continua Soth. Lavorando nel corso di due anni sia sulla sponda americana che su quella canadese delle cascate, Soth cattura sposi novelli e amanti nudi. Assistiamo alla cerimonia dell’amore come istituzione e mercificazione. Ci affacciamo nelle stanze di motel sterili, costruiti esclusivamente per accogliere le coppie, nei parcheggi umidi e gelati del Canada, nei dettagli che impregnano la “capitale”. I simboli del romanticismo si ripetono, ma sembrano fraudolenti e superficiali, primi fra tutti gli asciugamani piegati a forma di cigno che danno la copertina al lavoro. 

In tutto il libro, Soth include anche una serie di lettere d’amore dei soggetti che ha fotografato. I lettori vengono a conoscenza di confessioni intime di cotte adolescenziali, tradimenti sul posto di lavoro, rotture e suicidi. Le lettere più estreme ci portano dritto sul baratro da cui l’amore scivola nell’odio. «Ti amo ma sei diventato un pezzo di merda», inizia una.
Ci accorgiamo immediatamente di essere lontani da un racconto rosa.

CANADA. 2005. “Well what can I say?” © Alec Soth, courtesy of the artist

Il libro è più un viaggio circolare che non una storia con un inizio e una fine. Il mondo eretto dall’autore è fatto da persone e luoghi congelati nel tempo, contrapposti al movimento infinito dello scorrere dell’acqua. Diventano personaggi iconici di un microcosmo che continua a vivere di storie come queste. L’icona nazionale della cascata, ritratta sempre in movimento, rimane l’emblema dell’ineluttabilità e della rinascita continua, della natura che l’uomo non è riuscito a controllare.

Oscar Wilde scriveva del Niagara: «Ogni sposa americana viene portata qui. La vista della stupenda cascata deve essere una delle prime, se non la più acuta, delusione nella vita matrimoniale americana». In NIAGARA di Alec Soth vediamo sia la passione che la delusione. Le sue immagini sono un ritratto straordinario dell’amore moderno e delle sue conseguenze.

Falls #26. © Alec Soth, courtesy of the artist

Giovanni Allocca

In copertina: Two towels © Alec Soth, courtesy of the artist

Tutte le immagini sono state concesse dall’ufficio manager americano su richiesta

Sfoglia le altre immagini su NIAGARA – alecsoth.com

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Giovanni Allocca

Giovanni Allocca nasce nel 1999 in provincia di Napoli. Fin da piccolo fedele allo studio delle arti visive e musicali, si cimenta nella sperimentazione fotografica col cui ruolo è assoldato da “La Testata” nel giugno 2020. Collezionando tutte le precedenti esperienze artistiche, attualmente lavora come Art Director e fotografo nella sezione Fotografia del magazine e collabora a progetti esterni o personali.
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