Per offesa o per scongiuro: storia del dito medio
Se vivete in occidente, vi sarà capitato almeno una volta nella vita di dare o ricevere uno sfacciato dito medio, sia come gestaccio carico di offesa sia come scherzosa ripicca tra amici.
Checché ne dicano i più anziani sulla volgarità dei giovani, questo gesto è antichissimo e di certo non d’invenzione recente.
Le prime testimonianze sull’uso del dito medio risalgono infatti agli antichi Greci, cui siamo eterni debitori di storie, cultura e linguaggio. E tra i primi attuatori di questo gesto troviamo il filosofo Diogene di Sinope, detto “Il cinico”, descritto nella Filosofia del cane mentre rivolge il dito medio a un sofista per insultarlo. Ma in cosa consisteva esattamente l’insulto?
Il dito medio sembrerebbe simboleggiare un fallo e alludere, dunque, alla pratica della penetrazione omosessuale, all’epoca dei Greci fortemente disapprovata nella sua forma passiva. Un equivalente del moderno “vaffanculo”, se vogliamo, con implicate sottomissioni di chi lo riceve a chi lo compie.
Data la natura sessuale del dito medio, non stupisce che i Romani associassero il Digitus impunicus – così lo chiamavano – proprio a Priapo, il dio dell’istinto sessuale e della forza generatrice maschile, come gesto apotropaico per scongiurare il malocchio. Emblematico è un episodio raccontato dallo scrittore latino Marziale in cui si racconta di un paziente che rivolge questo gesto al suo medico che lo dava per spacciato. Quest’uso forse è più simile all’italianissimo “gesto dell’ombrello”.
Nato nel cuore del Mediterraneo, il dito medio si è poi diffuso nei territori del nord Europa, compresi quelli germanici. Tacito stesso racconta che le tribù rivolgevano spesso il gesto contro le truppe romane quando avanzavano verso i loro accampamenti. Non si sa se esistessero in precedenza gestualità simili che furono poi soppiantate dalla versione romana.
Un caso del genere è presente, per esempio, in Gran Bretagna, dove un altro gesto secolare convive oggi col dito medio. Si tratta di una V creata con l’indice e il medio all’insù e il palmo rivolto verso il petto di chi lo esegue. Il significato attuale è per lo più identico, ma la sua origine totalmente diversa.
Si dice, infatti, che sia eredità di una pratica medievale – nata per la precisione durante la Guerra dei Cent’anni – attuata dai soldati francesi a discapito degli arcieri inglesi. Temuti per la loro abilità con l’arco, gli arcieri catturati dai nemici francesi venivano privati dell’indice e del medio cosicché non potessero più scoccare frecce. Da allora gli arcieri inglesi avrebbero preso l’abitudine di sventolare le due dita ai nemici per provocarli e sbattergli in faccia la loro abilità. Il gesto di sfida è dunque rimasto in eredità agli inglesi, che ancora oggi lo alternano al più internazionale (e per loro recente) dito medio.
La presenza di un altro gesto sul suolo inglese spiega anche perché negli Stati Uniti, precedentemente colonizzati dalla Corona d’Inghilterra, non si sia usato il dito medio fino all’ondata di immigrazione italiana di metà Ottocento. Pare infatti che siamo proprio noi “colpevoli” di avere esportato il gestaccio oltreoceano, dove il baseball prima e il cinema poi l’hanno reso noto in tutto il mondo.
Claudia Moschetti
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