“Ricordami, lasciami vivere così”
È tornato il momento del silenzio, della riflessione, ma soprattutto, dei ricordi. In questo giorno, come non mai, ci ritornano in mente volti, sguardi, sorrisi, voci, carezze, riportando in vita chiunque abbia fatto parte della nostra e che ci ha lasciati.
È fondamentale il ricordo, anche se spesso non ce ne rendiamo conto, un valore che è riuscito a trasmettere con forza uno dei film Disney più amati: Coco, storia in cui la morte si ritrova sconfitta dall’amore della famiglia e dal potere della musica.
Coco, infatti, è ambientato in Messico proprio durante il Día de Muertos, equivalente al nostro Giorno dei Morti, una ricorrenza particolarmente sentita e celebrata con musica e decorazioni di fiori, offrendo ai defunti piatti tipici e doni su altari chiamati ofrendas, allestiti dai familiari in onore dei propri cari e i cui spiriti, secondo la credenza popolare, possono visitare il mondo dei vivi proprio in quella giornata.
È una storia che ha tentato l’impossibile, portando la morte sul grande schermo, rendendo così il nostro peggior incubo protagonista di un film d’animazione. Ma nonostante questo con vivacità e colori si è rivelata capace di conquistare gli occhi dei bambini e non solo, è riuscita anche a commuovere e rapire il cuore degli adulti.
Il protagonista è Miguel, aspirante musicista in una famiglia in cui la musica è bandita da quando la bisnonna Coco fu abbandonata dal padre musicista che scelse di seguire la passione e il successo. Convinto di voler partecipare a un concorso canoro, Miguel si sente costretto a rubare la chitarra di un celebre musicista messicano, Ernesto de la Cruz, direttamente dal suo mausoleo.
Ma rubare ai morti è un peccato, e a causa di questo il ragazzo si ritrova catapultato nel Regno dei Morti, dove incontra i suoi familiari defunti, e scoprendo di avere a disposizione poco tempo per ritornare tra i vivi.
Ed è in questa avventura che si cela il vero significato del film e da cui traspare l’insegnamento su cui intende far riflettere: il legame con i propri cari e l’importanza del loro ricordo.
Miguel scopre che l’Aldilà non è eterno come si crede, poiché i morti svaniscono se nessun vivente si ricorda di loro.
La storia, quindi, rivela la più grande paura dell’essere umano: l’oblio. L’uomo, infatti, sente ogni giorno il peso della sua natura effimera e del proprio essere temporalmente determinato, timoroso che la morte possa togliere valore alla propria esistenza e a ciò che è stato, lasciandola cadere nel buio della dimenticanza. Nasciamo, viviamo e poi moriamo: come dare un senso a tutto questo?
E non è un caso che i più grandi filosofi e pensatori abbiano posto la loro attenzione sul tempo, tematica che si intreccia necessariamente a quella della morte, dimostrando che forse proprio quello che consideriamo come il nemico più temuto in realtà è ciò che può farci cogliere la bellezza della natura umana, rendendo unico, prezioso e irripetibile ogni istante della vita.
Liberarsi della paura della morte vuol dire concentrarsi sul tempo presente, l’unico che realmente ci appartiene, e focalizzarsi non sulla quantità ma sulla qualità del tempo che ci è concesso vivere: lasciare un’impronta concreta, importante, lasciare una parte di noi, lasciare qualcosa di cui ricordare, deve essere questo il nostro obiettivo ed è questo che dà senso alla nostra esistenza e la rende eterna.
È il ricordo, quindi, l’arma più potente, capace di sconfiggere il più spaventoso nemico: il vuoto, che rende vana ogni possibilità di salvezza o redenzione.
E c’è bisogno di poco, basta riportare alla luce un profumo, uno sguardo, un momento di felicità condiviso, sfumature di vita di chi ci ha lasciati e risvegliare un pezzo di cuore.
È attraverso la musica che Miguel riesce a risvegliare nella memoria della bisnonna Coco il ricordo del suo papà, cantandole la canzone che lui le dedicava da bambina e dimostrandole che nonostante la sua assenza, la musica e l’amore li hanno sempre tenuti uniti nel cuore.
La canzone che fa da sottofondo è Ricordami, un invito al ricordo, che ci insegna come riuscire a sentire più vicino chi non può più esserci fisicamente, una poesia resa ancora più dolce dall’inconfondibile voce e dalla delicatezza di Michele Bravi.
“Uniremo con le note il cuore e le anime, il tuo amore rimarrà sempre per me”.
È una piccola parte del testo, parole che testimoniano il potere dell’amore, la sola cosa al mondo che attraverso il ricordo non morirà mai.
Perciò oggi pensiamo, viaggiamo con la memoria, di sicuro asciugheremo lacrime sul viso ma con la consapevolezza di tenere in vita qualcuno che ci ama.
Alziamo gli occhi al cielo e, ricordiamo.
Maddalena D’Angelo
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