Simonetta, ti amo in tutti i dipinti del mondo
La donna più bella e nota di Firenze, molti anni dopo che Beatrice Portinari aveva camminato per quelle stesse vie, Simonetta Vespucci resta eterna nei dipinti di Alessandro di Mariani di Vanni Filipepi noto come Sandro Botticelli.
La biografia di Simonetta è breve e neanche troppo felice.
Nata a Genova dal secondo matrimonio della madre, condivise con lei l’esilio a Piombino dove entrò in contatto con la famiglia dei Vespucci, poiché il capofamiglia Piero si recava spesso per affari.
Fu proprio a Piombino che fu combinato il matrimonio tra Simonetta e il figlio di Piero, Marco.
La famiglia di Marco era in realtà la stessa di Amerigo Vespucci, il famoso navigatore che molto tempo dopo avrebbe dato il nome all’America.
Marco si era innamorato a prima vista di Simonetta e i Cattaneo, la famiglia di lei, erano ben lieti di unirsi a una famiglia tanto importante e benestante quale quella dei Vespucci.
E così, quando Simonetta ha appena tredici anni, convola a nozze giungendo a Firenze proprio mentre Lorenzo de Medici saliva al potere.
La storia di Simonettta, a questo punto, inevitabilmente si intreccia con quella dei Medici.
Infatti, al loro arrivo in città, furono accolti con grandi onori da Lorenzo che organizzò una sontuosa festa nella villa di Careggi ma fu col “Torneo di Giuliano” che il destino di Simonetta e il fratello minore di Lorenzo, si intrecciano.
L’evento è raccontato anche da Angelo Poliziano nel suo poemetto Stanze per la giostra di Giuliano De Medici in cui si racconta della giostra avvenuta nel 1475 in Santa Croce.
Giuliano, da quel che si racconta, promise e dedicò la vittoria a Simonetta la cui figura era stata rappresentata su uno stendardo portato da Giuliano e realizzato da Sandro Botticelli.
Al momento della vittoria, Simonetta consegnò nelle mani di Giuliano un elmo realizzato dal Verrocchio e da quel momento i due divennero amanti.
Ma nell’ombra delle strade di Firenze, qualcun altro amava Simonetta: Botticelli, lo stesso che era cresciuto alla corte medicea e che aveva dipinto lo stendardo.
E che avrebbe continuato a dipingere Simonetta anche dopo la sua dipartita.
La giovane coniugata Vespucci, infatti, a ventitré anni muore si pensa a causa della tisi anche se si pensa che in realtà sia stata un tumore all’ipofisi ad ucciderla.
Il dolore per i due amici fu devastante: Giuliano ebbe solo un altro amore, se così si può definire, dopo Simonetta mentre Botticelli riversò il suo lutto nella pittura.
Fu così che realizzò quelle figure eteree e femminili che ancora oggi lo contraddistinguono da qualsiasi altro pittore di qualsiasi epoca.
Figure angeliche, divine, delicate e sinuose.
Tutte le donne di Botticelli, dalle Venere alle Madonne non hanno altro che i tratti di Simonetta, la donna che Sandro amò dal momento in cui la vide fino alla fine dei suoi giorni.
Un amore che ancora oggi si può ammirare nei magnifici dipinti dell’artista, perché la morte non può mettere fine ne all’amore ne all’arte.
Maria Rosaria Corsino
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