Che fine ha fatto Babbo Natale?
L’anziano più famoso del mondo che riesce a consegnare tutti i regali di Natale in una sola notte con la sua slitta trainata da renne magiche.
Sì, parlo proprio di Babbo Natale.
Ogni anno regala sogni e doni ai bambini del mondo a suon di “Oh, oh, oh!”.
Ci siamo mai chiesti che fine ha fatto oggi? Dov’è Santa Clause?
Fisicamente, per molti, l’anziano amico dei bambini si troverebbe al Polo Nord o in Lapponia, nella sua sede segreta dove coordina i lavori degli elfi nella costruzione di giocattoli.
Nel mondo, però, viene riconosciuto da tutti i paesi in maniera diversa.
In Europa e Nord America le tradizioni di Babbo Natale coincidono, anche se c’è una variazione nel nome.
In Albania è chiamato San Nicola o anche Padre Inverno. In Russia è conosciuto come Nonno Gelo che vive nel circolo polare artico con il suo amico Yamaliri.
L’America Latina lo celebra come Papà Noel. In Messico, in particolare, è chiamato Gesù Bambino, proprio per la ricorrenza della sua nascita nel medesimo giorno.
L’Oriente è solito festeggiare Babbo Natale non legato alla tradizione cristiana ma a credenze e culture proprie.
“Vecchio del Natale” e “Signore” sono i nomi preferiti.
In Africa si celebra Santa Clause per importazione europea della cultura cristiana, quindi seguendo la scia della nascita di Cristo.
Oltre ai diversi nomi dati a Babbo Natale, molti paesi sono soliti avere usanze diverse in vista di questa festa.
Nel Nord Europa la festività natalizia è molto sentita, sarà che Santa Clause è originario di lì.
In Finlandia si è soliti andare a fare una sauna con la famiglia e visitare i defunti la giornata della vigilia. Poi si aspetta Babbo Natale che interroga i bimbi per dividerli tra buoni e cattivi.
Julebukk, un paesano mascherato da capra, bussa alle porte dei Norvegesi, intonando canti natalizi da scambiare con dolci.
Questo si riconduce al mito di Thor che viaggiava su un carro trainato da due montoni, anche se a me ricorda un po’ Halloween.
Passiamo invece all’Europa dell’Est dove Babbo Natale se ne va in giro con il Krampus, una figura mostruosa simile ad una capra che punisce i bimbi cattivi.
Nei paesi più caldi la tradizione cambia. In Suriname i bimbi hanno due Santa Clause, uno bianco e uno nero, che lasciano doni accanto alle scarpe ben lucidate.
Chiudiamo con il Giappone dove il culto natalizio sembra non essere mai arrivato. Nel paese si festeggia il 23 dicembre per il compleanno dell’Imperatore, il 24 per San Valentino. La vigilia è detta Sei Naru Yoru, “notte del sesso” e c’è la tradizione di mangiare pollo fritto. Natale invece è un giorno lavorativo come tutti.
Insomma, a modo proprio ognuno celebra il Natale e la venuta di Santa Clause come meglio crede. La tradizione cristiana ha influito molto con la storia dell’anziano barbuto, ma la magia di questo giorno lo rende particolare e unico in tutto l’anno.
Con l’augurio che possiate ricevere tutti i doni richiesti (se siete nella lista giusta), buon Natale a tutti!
Martina Maiorano
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