Guida a un Natale solidale: quali regali cercare e come farlo
Se fai parte di quelle persone mediamente equilibrate e non animate da sensazione di ansia e pressione perenne, probabilmente avrai aspettato dicembre per cominciare a pensare ai fatidici regali di Natale.
Se fai parte di queste persone, sicuramente adesso ti stai rammaricando di non essere riuscito, neanche quest’anno, a organizzarti per tempo, almeno nel fare una lista base di persone e possibili acquisti. Succede.
Storia vecchia come il Natale, per l’appunto, ma non è troppo tardi.
Se sei adesso alla ricerca di regali, sappi che le possibilità sono infinite, soprattutto se hai voglia di fare un regalo che arrivi un po’ più in là, e non solo al suo destinatario.
In Italia, esistono moltissime associazioni che offrono l’occasione di un regalo solidale e alternativo. Alcune le conosciamo quasi tutti, e ci ricordiamo di loro soprattutto in occasione delle festività invernali, incalzati da calendari, messaggi promozionali e cartoline che, più che trasmettere solidarietà e “spirito natalizio”, accentuano il senso di colpa.
Non dovrebbe essere questo ciò che ci spinge a donare, e non dovremmo ricordarcene solo a Natale, ma, dato che dicembre è il mese del consumismo per eccellenza, tanto vale sfruttare il momento per fare del bene, magari pensando a dove vogliamo che arrivino, non solo i nostri stipendi, se li abbiamo, ma anche i nostri pensieri.
Dando un’occhiata in rete, ci sono alcune idee che non possono non attirare l’attenzione. Vediamone alcune.
Partiamo da lui, protagonista e simbolo del Natale: l’albero. Ci dilettiamo con pini di pasta sfoglia, pandori stellati ripieni di creme o mascarpone, tovaglioli rossi piegati stile origami e segnaposto a forma di abete.
In casa, lo mettiamo un po’ ovunque, in miniatura e non, lo addobbiamo e lo riempiamo di luci, che sia il tipico alberello con i rami fitti e verdi, oppure quello fatto di bottiglie, barattoli e un po’ di immaginazione.
E perché, dato che ci piace così tanto, questo Natale non pensiamo di regalarne uno? Per noi e per l’ambiente.
Il numero di organizzazioni che si occupa di commercio virtuale di piante e alberi è enorme: la più nota, di cui probabilmente avete già sentito parlare, è treedom.
Ovviamente, non siete obbligati a comprare un pino, seppure la possibilità ci sia. Infatti, di alberi, ce ne sono di tutti i tipi e per tutte le tasche, da meno di 15,00 euro in su.
Dalla pianta del cacao da piantare in Camerun, a quella del caffè in Colombia, al banano che crescerà in Tailandia, alle viti, alle querce o ai melograni che vedranno la luce in Italia. Qualsiasi sia il frutto o il sapore scelto, esotico e non, in patria oppure a mille chilometri da noi, la scelta è solo vostra.
Ci sono opzioni di coppia, per migliori amici, di gruppo, da tre fino a sei elementi, con significati e scopi diversi, dal commercio al sostegno al medio ambiente. Insomma, basta curiosare, il risultato è lo stesso: noi non lo vedremo, ma sapremo che, lì, da qualche parte, qualcosa in più c’è e a piantarlo sarà stato uno di noi.
Rimanendo in tema flora, poco pubblicizzata, ma organizzazione che si impegna per un futuro più verde e sostenibile è OlivaMi.
Come suggerisce il nome, si sceglie di regalare un ulivo, da sempre simbolo, nell’immaginario comune, di pace e prosperità, con lo scopo di ripopolare la vegetazione salentina, colpita drammaticamente degli effetti del batterio Xylella che, negli ultimi anni, ha causato devastazione e perdita di milioni di ulivi e posti di lavoro.
Passando alla protezione della fauna, le proposte sono ancora di due tipi.
Da una parte, l’associazione 3bee propone l’opzione di adottare un’ape, un albero o un alveare, a scelta se in territorio italiano, spagnolo, tedesco o francese, selezionandolo in base al miele prodotto e alla regione di provenienza.
Così facendo, diventerete apicoltori 2.0, ricevendo notizie aggiornate sullo stato di salute di api e alveare e contribuendo alla protezione delle api selvatiche e mellifere, la cui sopravvivenza è sempre più a rischio.
Dall’altra, il WWF propone una iniziativa simile, permettendo l’adozione a distanza di un animale, ad esempio una tartaruga, e favorendo in tal modo il mantenimento di una specie in via di estinzione.
«L’inquinamento da plastica in mare è la più grande minaccia per la sopravvivenza delle tartarughe marine», la cui salvaguardia può dipendere dalla possibilità dei centri di accedere ad attrezzatura, assistenza e finanziamenti per garantire iniziative e progetti solidali riguardanti non solo la protezione delle specie animali, come in questo caso, ma anche il medio ambiente, la deforestazione e il cambiamento climatico.
D’altra parte, se volete rimanere sul tradizionale, e cercate qualcosa di fisico che si possa impacchettare in una bella carta regalo e poi scartare, di seguito ci sono spunti anche per voi.
Per chi non ha le idee chiare, la pagina Italianonprofit offre consigli e proposte a seconda della categoria – abbigliamento, cibo, oggettistica, anche personalizzata – del settore – ambiente, cultura, economia solidale, ricerca, inclusione sociale e così via –che si vuole sostenere e del destinatario del regalo.
Per l’oggettistica, potete trovare una enorme varietà di regali solidali, facendo un giro sulle pagine web di Oxfam Italia, Save the children e UNICEF. Una buona occasione per guardare vetrine virtuali piene zeppe di accessori per capelli, gioielli, decorazioni per la casa, quaderni, agendine e penne, e per informarsi, tra una Pigotta e una tazza, su come vanno le cose nel mondo, e su cosa potremmo concentrarci, anche una volta trascorso il Natale.
A parte l’acquisto di oggetti, che si convertiranno in finanziamenti e iniziative, Medici senza frontiere offre la possibilità di selezionare un ambito, tra assistenza medica, salute infantile o emergenza, e di comprare attrezzature e strumenti che saranno spediti e utilizzati direttamente sul campo: vaccini, coperte pesanti, letti, trattamenti e cure.
Optare per uno di questi regali, forse non aiuterà a rallegrare l’armadio o l’appartamento del vostro amico e della vostra amica, parente o partner, ma potrebbe rendere felice, non una, ma un bel po’ di gente in più, la stessa che viene fotografata con gli occhi grandi e che non sorride nelle pubblicità pro senso di colpa. Un nostro contributo, magari, potrebbe far cambiare almeno questo.
A me, come punto di partenza non sembra male, e come punto di arrivo, a dirla tutta, mi sembra ancora meglio.
Stefania Malerba
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