Un uomo chiamato sveglia
In passato anche le persone erano costrette a svegliarsi presto la mattina, cercando di trovare dei metodi alternativi per assicurarsi la fine del riposo notturno.
Il metodo in particolare era uno specifico ed era proprio la sveglia, ma non quella che abbiamo noi oggi: si parla infatti di una vera e propria persona che svegliava i soggetti con metodi “alternativi” e poco piacevoli, oserei dire.
Quello di cui stiamo parlando era all’epoca un vero e proprio lavoro ad hoc, sviluppatosi durante la rivoluzione industriale in Inghilterra; la classe operaia non poteva permettersi dei mezzi lussuosi per arrivare a lavoro puntuali, così si organizzò in modo tale da poter adempiere al proprio dovere.
Il mestiere era abbastanza semplice e consisteva nello svegliare i soggetti che avevano ingaggiato la sveglia, tuttavia non avveniva con un semplice grido; lo svegliatore era tenuto a restare di fianco al letto fino a che il soggetto non si trovava in piedi e pronto per andare a lavorare perché al contrario il lavoro non era portato a termine.
La paga non era molto alta, si tratta di pochi penny, ma permetteva a donne e uomini di portare qualche pezzo di pane in più a casa.
Lo svegliatore era dotato anche di utensili utili allo scopo come manganelli o cerbottane, il primo utilizzato per soggetti più difficili da svegliare mentre il secondo era il metodo “wireless” dell’epoca, per coloro che avevano finestre facilmente raggiungibili svegliandoli a distanza. La prima svegliatrice umana fu Mery Smith che per la sua cerbottana prediligeva piselli freschi.
Il mestiere si diffuse in grandi città industrializzate come Manchester passando l’eredità da svegliatore a svegliatore fino ad arrivare intorno agli anni 40/50 dove si estinse. Fu noto che l’ultima svegliatrice fu la figlia di Mery Smith, Molly Moore, protagonista anche di un libro per bambini che aveva come titolo il nome della madre.
Ada di Domenico
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