Amélie: il favoloso mondo che svela il segreto della felicità
Il 25 gennaio 2001 Il favoloso mondo di Amélie debutta nelle sale cinematografiche, coinvolgendo il pubblico nel mondo poetico e surreale di Amélie Poulain.
Una fiaba moderna nella città dell’amore. È così che potremmo definire il capolavoro di Jean-Pierre Jeunet.
Una storia ambientata nella Parigi degli anni ’90 che segue la vita della protagonista, Amélie Poulain, delineando attraverso immagini vivide e colori pastello il suo percorso interiore.
O lo ami o lo odi. O lascia tutto o niente. Non esistono mezzi termini.
In pochi riescono a rispecchiarsi e identificarsi nei pensieri e nell’anima di Amélie: possono farlo soltanto gli empatici, i sognatori.
La sua personalità e la sua vita abbracciano le basi dell’esistenza, la complessità dei rapporti umani, e svelano il segreto della felicità.
La trama si concentra a Montmartre, dove Amélie vive una vita perlopiù solitaria, trascorrendo le giornate tra il lavoro al Café des 2 Moulins e un mondo immaginario, il suo rifugio fin da quando era bambina.
La sua quotidianità, però, riesce a trasmettere un messaggio importante: la felicità è nelle piccole cose.
Amélie, infatti, coltiva ogni giorno i piccoli piaceri della vita: tuffare la mano in un sacco di legumi, rompere la crosta della crème brûlée con la punta del cucchiaino, osservare attentamente al cinema i volti degli altri spettatori, cogliendone i minimi particolari.
Se il segreto della felicità è apprezzare le piccole gioie della vita, la nostra protagonista ci insegna che quella felicità si triplica se condivisa. Il caschetto nero e la curiosità del suo sguardo celano un’anima dolce e gentile, il cuore di una sognatrice che svela il valore della sensibilità e dell’empatia.
“Empatia” vuol dire capire l’altro, entrare in connessione con la sua anima, sentire sulla pelle le sue sensazioni e nel cuore le sue emozioni.
“Sensibilità” vuol dire sentire il doppio, cogliere ogni minima sfumatura di tutto ciò che ci circonda, significa che nulla può scivolare via con leggerezza, perché ogni esperienza, ogni parola, ogni istante ha un peso, e si porta dentro, per sempre.
Quanta felicità e quanta soddisfazione si prova nel fare del bene? Quanta bellezza nasce da un gesto gentile o da un sorriso strappato all’altro?
E questo Amélie lo sa bene.
La sua monotona routine, infatti, si interrompe improvvisamente.
Il 30 agosto 1997, una giornalista annuncia la tragica scomparsa di Lady Diana in un incidente stradale.
È in quel momento che Amélie sente il tappo del profumo scivolarle tra le dita e lo vede rotolare fino alla parete per poi scomparire in una fessura. Proprio nel tentativo di recuperare quel tappo, la protagonista scopre una vecchia scatola di ricordi, nascosta lì da un bambino quarant’anni prima.
Di una sola cosa era sicura: quel prezioso scrigno di ricordi doveva ritornare tra le mani del proprietario.
E andò esattamente così.
Fu la reazione dell’uomo che la convinse a dedicarsi agli altri, ad entrare silenziosamente nelle vite di chiunque incrociasse il suo cammino e con leggerezza renderli felici.
Così facendo Amélie stava dimenticando la sua di vita, la sua felicità e il suo amore.
A ricordarglielo è il personaggio di Raymond Dufayel, denominato l’uomo di vetro per via delle sue ossa fragili, e che amava cimentarsi nella pittura.
Mia piccola Amélie, lei non ha le ossa di vetro. Lei può scontrarsi con la vita. Se lei si lascia scappare questa occasione con il tempo sarà il suo cuore che diventerà secco e fragile come il mio scheletro. Perciò si lanci, accidenti a lei!
È così che la spinge a scontrarsi con la realtà. A volte può essere difficile, ma chiudersi in se stessi non è la soluzione. È rassicurante, certo, ma impedisce di vivere creando l’illusione di un’apparente e fuggevole serenità.
Le parole dell’uomo la conducono tra le braccia di Nino: impacciato sognatore con la strana mania di collezionare fototessere gettate via, che proprio con i suoi strani modi di fare e un gioco di sguardi rapisce il cuore della protagonista.
Una coppia fuori dal comune, unica nel suo genere. Una storia d’amore diversa dalle altre, un po’ surreale ma per niente scontata come avviene nella maggior parte dei casi: cresce e si evolve insieme alla protagonista.
Cresce il suo amore e la consapevolezza di non abbandonarsi al suo mondo, ma di costruire quel mondo nella realtà inseguendo la felicità.
E la trova finalmente in sella a una moto, correndo libera e spensierata con l’uomo che le ha riempito il cuore.
Che fortuna l’uomo di vetro abbia acceso i motori! Perché è lì che inizia a vivere davvero.
Possiamo imparare tanto da Amélie: cercare di guardare il mondo attraverso i suoi occhi, con entusiasmo e stupore, meravigliandosi delle cose semplici, osservando tutto da un punto di vista puramente personale e soggettivo, ponendoci domande all’apparenza banali ma ricostruendo una realtà a colori dove tutto vive in perfetta armonia.
Siamo talmente concentrati a cercare il meglio da non accorgerci di quanta bellezza si nasconda nelle piccole cose, basta solo guardarle con nuovi occhi.
Un po’ di Amélie si nasconde in ognuno di noi, quando dedichiamo interamente noi stessi agli altri tralasciando i nostri bisogni e le nostre necessità.
Bisogna trovare il coraggio di osare, di uscire dalla comoda ma stretta zona di comfort, e vivere, tenendo stretto ciò che ci riempie il cuore.
È questo ciò che dobbiamo condividere con gli altri, la nostra spensieratezza, il nostro benessere interiore.
Perciò dobbiamo salire tutti sulla moto di Amélie, costruendo intorno a noi il mondo che abbiamo sempre immaginato. Non importa quanto sia strambo o surreale, è il nostro mondo.
Corriamo, verso i nostri sogni e i nostri obiettivi, determinati ma senza fretta, godendo di ogni piccolo istante.
Andiamo avanti con leggerezza inseguendo la felicità.
Maddalena D’Angelo
Leggi anche: Tutto chiede salvezza. Su Netflix la salute mentale ha la forma di un adattamento