Dadizioni – Ripetizioni ai tempi della didattica a distanza: Alessandro Manzoni
Ricordate questo incipit?
Ebbene sì, è proprio quello de I Promessi Sposi, celebre romanzo di Alessandro Manzoni che ha accompagnato tutti gli studenti.
Lo scrittore nacque nel 1785 a Milano e pose le basi del suo pensiero fin dai primi anni di studio. Nel 1805 si trasferì a Parigi e tre anni dopo sposò la donna che lo accompagnò nel suo percorso di conversione al giansenismo.
Manzoni è molto celebre per gli Inni Sacri e le Tragedie, dove si distacca dal classicismo, ma l’opera principale dell’autore è di certo I Promessi Sposi.
Gli anni successivi lo vedono impegnato nella questione della lingua che per lo scrittore era fondamentale come identità del paese, infatti egli prediligeva il fiorentino semplice di uso colto.
Manzoni morì a Milano nel 1873.
Il suo pensiero parte dall’illuminismo, una corrente che si sviluppa proprio nel ‘700. Egli si ritiene razionale e non superstizioso ma, a differenza degli illuministi, crede che l’uomo non sia capace di cavarsela da solo perché perennemente corrotto. Per uscire da questa concezione utilizza la religione come strumento di sopportazione per i mali del mondo.
Lo studio della storia è essenziale per il poeta che è attratto soprattutto dalla sofferenza e dalle vicende del popolo.
Accoglie il romanticismo rifiutando la rigidità classica per favorire una lettura spontanea e ne riprende i principi fondamentali: utile, quindi che ha uno scopo educativo; vero, che rappresenta la realtà dei soggetti; interessante per coinvolgere la maggior parte del pubblico.
Tra le sue opere principali troviamo senza dubbio Inni Sacri, dove l’autore tratta della conversione. Inizialmente comprendeva 12 componimenti, ma ne furono realizzati solo 5 nei quali sono descritte le principali festività religiose raccontate in ogni inno.
Le Odi civili invece sono ispirate alle vicende del secolo e trattano di politica e patriottismo. Una delle più famose è Il cinque maggio che rievoca la morte di Napoleone e riflette in particolare sulla vanità delle azioni umane sulla terra, sperando in una redenzione dell’animo bellicoso del protagonista.
Ricordiamo poi le Tragedie nelle quali Manzoni rappresenta al meglio i conflitti della storia. Un esempio è Il Conte di Carmagnola, opera che rifiuta le unità aristoteliche e predilige invece le regole di Shakespeare, con il dramma scandito in spazi e giorni diversi. Questi testi sono ricchi di scenari e situazioni, il tutto basato sul tema classico dell’eroe valoroso contro il fato che si oppone ad esso.
Eccoci al momento più atteso: I Promessi Sposi.
È il romanzo storico per eccellenza che si compone di tre redazioni: quella definitiva è del 1841 e porta il titolo che oggi conosciamo. La prima era Fermo e Lucia, che presenta numerose differenze con l’ultima uscita, soprattutto linguistiche.
La trama è abbastanza semplice e tratta dell’amore tra Renzo e Lucia coinvolto da numerosi intrecci e risolto in un lieto fine. Insieme ai due protagonisti ci sono altri personaggi di spicco come il crudele e maligno Don Rodrigo, o il prete egoista Don Abbondio, ma anche la dolce Agnese, madre di Lucia, il coraggioso Fra Cristoforo, la debole Geltrude e l’Innominato, figura ambigua e particolare. Questi rappresentano vizi e virtù delle varie categorie sociali e nessuno di loro prevale sugli altri, lasciando anche spazio alla narrazione di eventi storici del tempo.
Il romanzo riprende i principi di utile, vero e interessante, inoltre è essenziale il ruolo della Provvidenza, considerata da Manzoni non come ordine divino che assicura la felicità ai buoni, ma finalizzata alla maturazione delle virtù in momento di sventura.
Ultima, ma non per importanza, è la lingua: lo scrittore infatti sceglie per la sua opera il fiorentino colto, e non quello trecentesco, giungendo per lui alla soluzione definitiva del problema della lingua.
Martina Maiorano
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