Le tombe romane di Beit Lahia
La striscia di Gaza, teatro oggi dei continui scontri tra israeliani e palestinesi, ha una lunga e importante storia.
Abitata secondo gli storici sin dal 1500 a.C. ha subito la dominazione degli Egizi, dei Filistei, dei Greci, entrata poi nell’orbita dell’impero Romano fu accorpata alla provincia di Siria e dopo la divisione dell’impero romano divenne parte dell’impero bizantino, per poi essere conquistata dagli arabi nel 637.
Le sue sorti mutarono ancora, finendo sotto l’occupazione dei Crociati nel 1099, per poi subire diverse incursioni dei Mongoli e infine diventare parte dell’impero ottomano.
Sotto la dominazione romana il territorio divenne uno snodo importante per i traffici commerciali, che diedero alla regione un periodo di floridezza in particolare sotto l’imperatore Adriano. Rinomato infatti era il vino prodotto a Gaza e il commercio dell’incenso.
Un passato ragguardevole testimoniato dai tanti ritrovamenti archeologici avvenuti nel corso degli anni nella regione.
All’inizio dello scorso anno nella città di Beit Lahia, a 10 chilometri da Gaza, altre tracce dello splendore di epoca romana sono tornate alla luce.
Durante l’inizio dei lavori per la costruzione di alcuni palazzi, gli operai hanno trovato dei grandi mattoni antichi facenti parte di un complesso cimiteriale romano.
Gli archeologi hanno datato le tombe trovate al I secolo d.C, gli scavi sono tuttora in corso e 60 tombe sono state scavate, ma secondo gli esperti dovrebbero essere circa 80.
L’identificazione come tombe di epoca romana o cristiana è stata fatta grazie alla disposizione del complesso, orientato da Est ad Ovest, mentre le tombe musulmane hanno un orientamento da Nord a Sud.
La necropoli situata vicino alla città romana di Anthedon, era stata costruita per individui di alta estrazione sociale, come dimostrano le ricche decorazioni e la tipologia di vasellame trovato insieme a resti ossei.
Quattro anni prima della scoperta delle tombe di Beit Lahia un altro complesso tombale più piccolo sempre di età romana, composto da 9 tombe, era stato scoperto nella città di Beit Hanoun.
Lo scorso anno è stato caratterizzato anche da un’altra scoperta prestigiosa, una testa di statua raffigurante la dea della guerra Anat, risalente all’età del bronzo circa 4500 anni fa, in epoca cananea. A trovare il reperto è stato un contadino mentre arava il suo campo ad Kahn Younis.
Una scoperta rilevante anche se non esposta ancora al pubblico che sicuramete può portare benefici e ricchezza alla popolazione palestinese, il cui patrimonio archeologico è stato spesso non opportunamente custodito.
Jamal Abu Rida ministro del turismo e delle antichità ha dichiarato che questa è la più importante scoperta degli ultimi 10 anni.
Beatrice Gargiulo
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