L’ecologia è una cosa per tutti? Vivere sotto una montagna di panni
I tuoi abiti facciano parte del problema della “Fast Fashion”?
Trovare un capo in saldo oppure quel maglione all’ultima moda ad un prezzo scontato sembra un’occasione da non perdere vero? Ebbene scopriamo cosa si nasconde dietro queste occasioni, ovvero dietro la “Fast Fashion”
Innanzitutto tutto cos’è la “Fast Fashion” ?
Il termine significa letteralmente “moda veloce” che sta a rappresentare un sistema industriale che porta nel modo più veloce possibile i prodotti direttamente dalla passerella ai negozi influenzando, così , la gente ad un nuovo stile di vita “ fast”.
La “Fast Fashion” nasce negli anni ’80, ma è nei pieni 2000 che raggiunge il successo voluto, grazie ai costi bassi, all’invenzione degli acquisti online e alla possibilità di poter prima provare i capi nella comodità della propria dimora e poi restituirli; ma ciò, inevitabilmente, ha incrementato la crescita dell’inquinamento sul nostro amato pianeta, e non solo.
L’impero della “Fast Fashion” ha contribuito a creare quella necessità di possedere più del necessario: ma questo desiderio cosa comporta? Ecco alcuni insostenibili problemi della moda:
- Sfruttamento della mano d’opera: i lavoratori nell’industria della moda non solo lavorano in condizioni disumane, ma percepiscono un salario da “fame”, per non parlare degli orari e il ritmo che sono obbligati a sostenere. La “Fast Fashion” ha creato così una sorta di “schiavitù moderna”.
- Sfruttamento delle risorse naturali che comprende, assieme a tanti fattori, il suolo e le risorse idriche. La produzione e persino il trasporto, compromettono il naturale ecosistema del pianeta, distruggendo o riducendo le risorse naturali come l’acqua. Come se non bastasse, i colossi dell’industria della moda sono responsabili anche per il 20% dell’inquinamento delle acque e delle emissioni di gas nocivi nell’aria, così diventando ‘portatori’ sani di emissioni di CO2 e contribuendo ai cambiamenti climatici.
Le conseguenze della “Fast Fashion” sono diventate insostenibili, per l’appunto, come le altre industrie e cose simili che consumano più di quanto producono. E Noi?
Continuiamo a comprare , consumare e a sprecare. Qui ho raccolto un paio di cifre significative per aiutarci a renderci conto di cosa stiamo facendo.
11 milioni sono le tonnellate di rifiuti tessili prodotte SOLO negli USA e sono 2700 i litri d’acqua utilizzate per realizzare una t-shirt; ma l’impatto del settore della moda sull’inquinamento riguarda anche la qualità del prodotto.
Essendo cambiate le esigenze del mercato a causa della “Fast Fashion”, abbiamo sempre più prodotti e sempre meno tempo per sfruttarli è come se avessimo una montagna di capi sotto la cui abitare.
Cosa possiamo fare per cambiare le cose?
Innanzitutto porci una delle domande più importanti di sempre: “ne ho davvero bisogno?” Dopodiché cercare di acquistare prodotti di seconda mano ovvero il classico prodotto “vintage” che viene bistrattato ingiustamente ancora oggi; inoltre se si ha bisogno di gettare qualche prodotto ancora utilizzabile, sarebbe meglio provare prima a venderlo o a regalarlo, magari a qualcuno a cui serve quel prodotto specifico.
Leggi le etichette, controlla che il prodotto sia certificato dalle norme vigenti, se sia ecosostenibile e di buona qualità e cerca di comprare il più possibile abiti o, perché no, la stessa spesa alimentare con la produzione e la distribuzione da luoghi meno lontani possibile, prodotti localmente detti anche “prodotti a km0”.
Pensaci bene prima di acquistare, il pianeta e il tuo stesso futuro ti ringrazieranno.
Illustrazione e didascalia di Sonia Giampaolo
Vedi anche: L’ecologia è una cosa per tutti? Earth Overshoot Day