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Milano: il bosco verticale come alternativa alla giungla urbana

Chi non ha mai pensato di scappare da una grande città per ritornare ai boschi, ai campi di frumento, alla sveglia con il gallo sul granaio?


Io ho la fortuna di vivere in piena periferia ed ogni volta che mi allontano da casa, sento un senso di oppressione tale da farmi star male psicologicamente e al tempo stesso fisicamente, essendo una persona che somatizza molto ciò che prova.

Nel 2011 sul sito della Fondazione Veronesi usciva un articolo dal titolo “Stress e disturbi mentali: meglio vivere in campagna” nel quale dei ricercatori tedeschi, dell’Istituto Centrale di Salute Psichica dell’Università di Mannheim, affermavano: “Secondo i dati forniti dagli ultimi studi epidemiologici, le persone che vivono in città hanno una probabilità di subire un attacco di panico superiore del 20% rispetto a chi vive in aree rurali. Addirittura la probabilità aumenta sino al 40% per tutti i disturbi tipici dell’umore come la depressione.”


Al tempo stesso però la città offre molte più opportunità rispetto alla vita agreste; vi è, quindi, una soluzione che riesca ad offrirci maggiori possibilità di una vita agiata senza però entrare nel circolo dell’omologazione di massa?


Una risposta c’è stata: il Bosco verticale di Boeri Studio (Stefano Boeri, Gianandrea Barreca e Giovanni La Varra). Sul buon esito ho ancora i miei dubbi, ma quanto meno dei primi passi si son fatti/stanno facendo…
Edificio-prototipo che pone al centro non l’uomo, bensì il rapporto tra l’uomo e le altre specie viventi.


Il primo caso è stato un edificio costruito a Milano nel 2015, in zona Porta Nuova: è formato da due torri alte 80 e 112 m, che ospitano nel complesso 800 alberi. Lo scudo vegetale assorbe CO2, polveri sottili e produce ossigeno.
Le torri sono caratterizzate da grandi balconi tra loro sfalsati (riprende lo schema dei terrazzamenti) e a forte sbalzo (3 metri circa) per favorire la crescita di alberi di taglia grande; la finitura in gres porcellanato delle facciate riprende il colore bruno tipico della corteccia.

“Il Bosco Verticale è un progetto meraviglioso! Espressione del bisogno umano di contatto con la natura. I “grattacieli boscosi” sono un vivido esempio di simbiosi tra architettura e natura. Il progetto è un’idea radicale e coraggiosa per le città di domani, rappresenta sicuramente un modello per lo sviluppo di aree ad alta densità di popolazione in altri paesi europei.”
Christoph Ingenhoven, architetto

Non sta a noi decidere se e come questa possibilità possa divenire a tutti gli effetti una soluzione, ma è alla vista di tutti quanto questa piccola macchia di verde nel grigiume urbano sia una boccata di aria per gli occhi, ma anche un toccasana per i polmoni. E non solo per gli esseri umani… A quasi 10 anni dalla sua costruzione, il Bosco Verticale ha dato una casa a numerose specie di animali (circa 1.600 esemplari tra uccelli e farfalle), (ri)stabilendo e (ri)dando un’impronta vegetale e faunistica alla città.

Antonietta Della Femina

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Antonietta Della Femina

Classe ’95; laureata in scienze giuridiche, è giornalista pubblicista. Ha imparato prima a leggere e scrivere e poi a parlare. Alcuni i riconoscimenti e le pubblicazioni, anche internazionali. Ripete a sé e al mondo: “meglio un uccello libero, che un re prigioniero”. L’arte è la sua fuga dal mondo.
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