Amore tra le palazzine a fuoco
Tra le mani due rose, una gialla e una blu: così Tananai fa il suo ingresso sul palco dell’Ariston, un gesto che racchiude un messaggio di pace e di amore, quello che canta in una romantica e struggente poesia intitolata Tango.
Le sue parole sono potenti, come una cinepresa ripercorrono e lasciano trasparire chiare immagini di una storia d’amore vissuta a distanza, imposta, però, dall’atrocità della guerra che tiene lontani due giovani.
Attraverso stralci del brano osserviamo scorci cupi di attualità, ma anche pagine di vita, quelle di una coppia che con forza resiste e combatte per amore.
“È un anno che mi hai perso e quel che sono non volevo esserlo”
Esattamente un anno fa la Russia lanciava la sua aggressione militare all’Ucraina dando inizio a un interminabile scontro, testimonianza del volto più brutale e oscuro dell’essere umano.
È la storia di un popolo costretto alla guerra, a indossare una veste che non gli appartiene, a impugnare armi e ad agire in un modo in cui non si rispecchia.
Tananai vuole mostrarci il loro volto e farci ascoltare una voce che non chiede soltanto armi e difese, ma soprattutto la pace.
“Se amarsi dura più di un giorno è meglio che non rimani qui”
Da quel 24 febbraio, migliaia di donne e bambini sono stati costretti a partire per trovare rifugio e sfuggire alla morte, lasciando, però, i loro compagni di vita, impegnati a combattere per difendere la patria e proteggere la gente.
“Non c’è amore senza una ragazza che pianga”, e sicuramente nell’Ucraina distrutta dalla guerra la regola è più che valida.
I protagonisti di Tango sono due giovani ucraini, costretti a un amore che sopravvive alla distanza attraverso lo schermo di un telefono.
La loro storia non è che un simbolo e un riflesso di tante altre coppie, costrette a lasciarsi e cambiare vita improvvisamente, senza possibilità di scelta.
Il video ufficiale del brano ci mostra Olga e Maxim, due ragazzi di 35 anni provenienti da Smolino, cittadina ucraina della provincia di Kirovohrag, che insieme hanno una figlia di 14 anni, Liza.
Olga e Liza sono fuggite dall’Ucraina e arrivate in Italia il 28 marzo 2022, accolte inizialmente in centri di accoglienza e poi ospiti di un italiano nel quartiere Isola di Milano.
“Amore tra le palazzine a fuoco”
Le immagini ci consegnano scene di quotidianità condivisa, attimi a letto, in un bar, su un battello o una pista da sci, fino a mostrarci i due giovani separati dalla guerra: lui al fronte, lei sfollata a Milano.
Lo schermo si divide tra immagini molto diverse tra loro: quelle di una ragazza che, con dolore e nostalgia, cerca di adattarsi a una nuova vita e quelle di un uomo sempre in mimetica, a volte sullo sfondo di un’esplosione e a volte sotto un cielo solcato da razzi.
“Ma chissà perché Dio ci pesta come un tango”: sembra di sentire l’eco della voce dei due che attraverso Tananai si chiedono il perché di tutto questo, rimpiangendo con nostalgia quella quotidianità che prima sembrava così banale.
Foto e filmati, infatti, sono reali, ripresi dai cellulari dei protagonisti che si ritrovano a rimpiangere la semplicità delle piccole cose, attimi di spensieratezza che credevano di conservare come ricordi della loro vita di coppia ma che ora rappresentano un’ancora a cui aggrapparsi e attraverso cui sperare.
“Come si salva un amore se è così distante?”
L’amore, quello vero, non va salvato. L’amore è la salvezza. Viene schiacciato, sì, ma non può soffocare. Come un fiore rinasce anche dalle ceneri e dimostra di essere motore dell’esistenza umana e la più potente tra le armi.
Tananai parla del suo brano, inizialmente pensato per raccontare di una semplice relazione a distanza, ma che in poco tempo si è trasformato in un vero e proprio inno agli amori spezzati dai conflitti, in un grido di pace e di speranza.
“Amici mi hanno raccontato della storia di Olga e Maxim. Stavo scrivendo la canzone e sono stato travolto da emozioni molto forti. A questo tipo di relazione a distanza non pensiamo mai: quella forzata a causa della guerra”, ha spiegato l’artista in gara, che da quel momento continua a scrivere pensando a loro.
A conclusione del Festival dice: “Sono contento anche e soprattutto per Liza, Olga e Maxim, protagonisti del mio video senza cui questa canzone non esisterebbe e non esisterebbe la cosa di cui vado più fiero”.
Termina affermando: “Ci tenevo a portare la loro storia. Ci insegna a essere più grati per quello che abbiamo”.
La lontananza, infatti, spinge a godere della bellezza, la semplicità e il romanticismo delle piccole cose, quelle che si vivono pienamente quando si sta insieme fisicamente e così, di conseguenza, diventa “bello, bello, bello, è bello stare così, davanti a te in ginocchio, sotto la scritta al neon di un sexy shop”.
E l’augurio più bello che si possa fare oggi, ora, è che Olga e Maxim possano riabbracciarsi e tornare a gioire delle piccole cose, ascoltare i Police e rivivere la notte del loro primo incontro.
Tornare ad amarsi sullo sfondo di una città che rinasce.
Dovrà pur arrivare un lunedì, per Olga e Maxim, per Liza, per il popolo ucraino.
Maddalena D’Angelo
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