DaDizioni – ripetizioni ai tempi della DaD: Cesare Pavese
Non scriverò più!
È con queste tragiche e dure parole che Cesare Pavese chiude una delle sue opere più importanti: Il mestiere di vivere, un diario in cui riversa la sua battaglia interiore dal 1935 fino al 1950, anno in cui vince il Premio Strega con La bella estate e anno in cui si toglie la vita.
La vita
Cesare Pavese nasce nel 1908 a Santo Stefano Belbo, nelle Langhe Cuneesi da una famiglia borghese. In tenerà età si trasferisce a Torino dove compie gli studi e nel 1932 si laurea in Lettere con una tesi sul poeta Walt Withman.
La letteratura americana avrà una forte influenza su Pavese e sarà molto presente nella sua carriera di traduttore per l’Einaudi. È nel 1934 che inizia a lavorare per la nota casa editrice ma nel 1935 viene arrestato per i suoi rapporti con il gruppo antifascista Giustizia e Libertà e mandato al confino a Brancaleone Calabro.
Nel 1936 pubblica la sua prima raccolta di poesie Lavorare stanca e nel 1941 Paesi Tuoi, opera con la quale otterrà il successo. Nel 1943, durante la guerra, si rifugia presso la sorella Maria nel Monferrato e nel 1945 si iscrive al Partito Comunista.
Muore nell’Agosto del 1950, due mesi dopo aver ricevuto il Premio Strega.
Opere e tematiche
Cesare Pavese è stato autore di opere in versi ed opere in prosa.
Tra le sue raccolte poetiche principali vanno annoverate Lavorare Stanca (1936) e Verrà la morte e avrà i tuoi occhi (pubblicata postuma nel 1951) Ma è sopratutto la produzione romanzesca quella che ha reso celebre Pavese: da Paesi Tuoi, passando per Tra donne sole fino alla sua opera più nota La luna e i falò.
Quest’ultima, insieme ai due romanzi che compongono la raccolta Prima che il gallo canti e cioè Il carcere e Casa in collina racconta la Resistenza – alla quale Pavese non prese parte – da diversi punti di vista.
Il carcere racconta l’antifascimo confinario, Casa in collina racconta la Resistenza mentre la Luna e i falò narra del post- resistenza.
Tra i temi principali trattati da Pavese oltre alla Resistenza vi sono anche la natura, il folklore e il mito che trova la sua massima espressione nell’opera Dialoghi con Leucò in cui l’autore indaga il rapporto tra storia e mito e quello tra uomo e natura in un percorso che si snoda tra il destino degli antichi e la presa di coscienza del dolore e della decadenza di tutte le cose fino alla ricerca delle radici mitiche.
La poetica del destino
La poetica che permea tutte le opere di Pavese è quella che viene definita “poetica del destino” dove l’infanzia è depositaria dello spirito: per lo scrittore la volontà di un adulto è condizionata dalle decisioni prese durante l’infanzia, in un periodo di irresponsabilità.
Pavese dunque nega il libero arbitrio, sostenendo che tutto ciò che accade è già stato deciso non da un’entità superiore ma dal fanciullo che continua a soggiacere nell’adulto.
I romanzi di Pavese sono incentrati sul ritorno alle origini, sul ritrovamento di sé: esemplare è il caso di Anguilla, protagonista de La luna e i falò che dopo essere emigrato in America e aver fatto fortuna torna nelle Langhe, dove è cresciuto e dove crede di avere le sue radici.
Maria Rosaria Corsino
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