DaDizioni – ripetizioni ai tempi della DaD: Eugenio Montale
La poetica degli oggetti, l’amore per la sua Mosca, il male di vivere, il suo modo di guardare il mondo dal basso e di raccoglierne gli aspetti marginali. La poetica di Montale è questo, ma anche tanto altro. Scopriamola insieme.
- La vita
Eugenio Montale nacque a Genova nel 1896. Negli anni Trenta si trovava a Firenze dove diresse il Gabinetto Vieusseux fino al 1938, quando dovette lasciare l’incarico perché antifascista. Nel dopoguerra lavorò come giornalista e critico musicale per il “Corriere della Sera”. Ottenne il premio Nobel per la letteratura nel 1975 e morì nel 1981 a Milano.
- Il pensiero poetico
La poesia “metafisica”
Per Montale la poesia non ha una funzione di confessione e non è nemmeno uno strumento per indagare gli aspetti concreti della realtà, è piuttosto una sorta di testimonianza con cui il poeta affida all’interlocutore (nelle poesie ritroviamo spesso il “tu”) le sue riflessioni riguardo il disagio esistenziale dell’uomo.
Montale definì la sua poesia “metafisica” perché nasce dal cozzo della ragione contro qualcosa che non è ragione, per arrivare alla profondità irrazionale della realtà.
- Il pessimismo
La visione pessimistica della vita si esplicita nella celebre definizione del “male di vivere”. Per il poeta l’esistenza non può trovare conforto in alcuna gioia, né nel conforto della religione. Questo pensiero è alla base delle prime due raccolte di Montale: Ossi di seppia e Le occasioni.
Nel corso degli anni, però, il pessimismo di Montale subisce un’evoluzione e da pessimismo esistenziale diviene pessimismo storico e sociale con la raccolta La bufera ed altro.
- La poetica degli oggetti e il correlativo oggettivo
Montale, nella sua poesia, predilige la concreta determinazione di fatti ed oggetti. La scelta del poeta riguarda gli elementi della realtà comune con la quale è quotidianamente a contatto. Oggetti e immagini della natura diventano per lui emblemi della condizione umana, si va perciò delineando una poetica degli oggetti.
La coincidenza con la poetica del correlativo oggettivo formulata da Eliot appare piuttosto evidente, poetica in base alla quale l’unico modo per dare espressione artistica all’emozione è di trovare un correlativo oggettivo, cioè un insieme di oggetti tramite i quali l’emozione è immediatamente evocata.
- L’evoluzione della figura femminile
La poesia di Montale è popolata da numerose figure di donne che assumono significati e valenze diversi, vediamoli insieme.
Arletta è legata all’adolescenza del poeta e agli esperimenti giovanili di Ossi di seppia. Pseudonimo per Anna degli Uberti, presentata nelle trenta liriche a lei dedicate come prematuramente morta. La sua presunta scomparsa consente a Montale di dare vita ad una poetica dell’assenza: la donna compare in fugaci apparizioni, mostrandosi come una forza salvifica.
Numerose liriche delle Occasioni sono invece dedicate a Clizia, ovvero Irma Brandeis, una studiosa americana conosciuta da Montale a Firenze nel 1933 con la quale ebbe una relazione sentimentale fino al 1938, anno in cui Irma, donna di religione ebraica, a causa delle leggi razziali fu costretta ad abbandonare l’Italia. Clizia rappresenta per montale sia la donna angelo per eccellenza, ma incarna anche i valori della cultura e della poesia.
Con la scomparsa della donna angelo, Montale rivolge il suo sguardo non più al cielo, ma al mondo terreno.
Abbiamo altre donne che rappresentano il mondo reale e concreto egli uomini.
Volpe, la poetessa Maria Luisa Spaziani, conosciuta nel 1949 e che rappresenta l’anti-Beatrice. Donna sensuale e terrestre che incarna perfettamente l’eros concreto. A lei è dedicata la sesta sezione della Bufera, che si conclude con una presa di coscienza del fallimento di una possibilità di salvezza collettiva.
Passiamo poi a Mosca, probabilmente la più famosa e conosciuta tra le “donne di Montale”, pensiamo alla celebre poesia Ho sceso, dandoti il braccio almeno un milione di scale… Drusilla Tanzi, compagna di Montale per tutta la vita e moglie dal 1962, segna il passaggio all’ultima stagione poetica, in cui la realtà quotidiana e privata sostituisce la dimensione spirituale. A lei sono dedicate Xenia I e Xenia II, sezioni di Satura scritte per commemorarne la memoria.
Mosca rappresenta il buon senso e la concretezza capaci di fornire una guida per tutta la vita, oltre ad essere la presenza affettuosa che da sola riesce a dare conforto alla negatività del presente.
- Le opere
Le principali raccolte poetiche di Montale sono:
Ossi di seppia (1925): gli oggetti e il paesaggio ligure rivelano la tragicità della condizione umana e il male di vivere.
Le occasioni (1939): la poesia nasce dal ricordo di eventi e persone, le cosiddette occasioni, che rende il poeta consapevole del trascorrere inesorabile del tempo.
La bufera e altro (1956): raccolta incentrata sulla seconda guerra mondiale e sui difficili anni della ricostruzione.
Satura (1971): il poeta ricorda la moglie scomparsa e critica la società dei consumi.
Catia Bufano
Immagine di Fiamma Olivieri
Vedi anche Dadizioni – ripetizioni ai tempi della didattica a distanza: Guido Guinizzelli e Guido Cavalcanti