Le orche sono davvero pericolose? La vicenda di Tilikum
Le orche, meravigliosi cetacei che vivono liberi negli oceani del mondo, predatori all’apice nella catena alimentare, intelligenti e con grande spirito di collaborazione.
Ecco, uno degli animali più fantastici del pianeta, con un peso che va dalle 6 alle 4 tonnellate, ha solo un grande nemico: l’uomo.
Da tempo, ormai, si leggono storie relative a questi stupendi mammiferi marini e alle condizioni disumane in cui vivono nei parchi acquatici.
Sebbene la caccia a scopo commerciale sia stata vietata nel 1986, numerosi esemplari sono stati ritrovati imprigionati, pronti alla vendita per dilettare il pubblico.
La vita di questi grandi mammiferi viene spezzata, improvvisamente, e ricomincia in vasche minuscole dove la possibilità di muoversi è limitata.
Il passaggio dal grande e vasto oceano ai parchi acquatici è devastante per le orche.
Ma c’è di più.
Una volta arrivate sono costrette, come gli altri animali dei parchi, ad addestramenti e giochi umilianti che ledono alla loro sensibilità per il solo scopo di lucro.
Insomma, fantastici cetacei intelligenti che si esibiscono come clown.
Molte orche tentano il suicidio, feriscono le altre nelle vasche o muoiono molti anni prima a causa della depressione.
Ciò che però fa notizia è il fatto che alcuni di questi animali abbiano attaccato l’uomo, uccidendolo. In natura, raramente le orche hanno questo comportamento nei confronti dell’essere umano, in questi casi però è accaduto.
La storia che ha fatto il giro del mondo è stata quella di Tilikum, un maschio di orca catturato quando aveva solo due anni nel 1983 in Islanda. Fu trasferito al Sealand of the Pacific, in Canada, all’interno di una vasca con due femmine. Subito gli istruttori dovettero isolarlo poiché le altre due orche lo attaccavano continuamente.
Nel 1991, Tilikum e due femmine assalirono e uccisero l’addestratrice Keltie Byrne, caduta accidentalmente nella piscina. L’anno dopo, l’orca fu trasferita al Seaworld di Orlando.
Daniel P. Dukes fu ritrovato morto, nel 1999, nella vasca dell’orca. L’uomo si era introdotto nel parco e rimasto dopo la chiusura, poi, probabilmente era entrato nella piscina e Tilikum aveva fatto il resto.
Anche Dawn Brancheau ebbe la stessa sorte nel 2010. L’allenatrice venne attaccata dall’orca alla fine di uno spettacolo, lasciando il pubblico senza parole. Il corpo della donna era completamente lacerato e Tilikum le aveva divorato persino un braccio.
Successivamente l’animale si esibì poco, fino al 2016 quando la sua salute peggiorò per una polmonite. L’anno dopo morì.
La triste storia di questo cetaceo deve far aprire gli occhi rispetto a ciò che accade in alcuni parchi acquatici: animali strappati alla loro vita libera e costretti ad essere fenomeni da baraccone per il pubblico.
Le orche, esseri straordinari, subiscono dei traumi indelebili che riversano con azioni violente verso i propri simili e l’uomo stesso.
L’appello che le associazioni animaliste fanno è quello di lasciare gli animali liberi in natura, non renderli schiavi del divertimento umano per evitare danni all’ecosistema e altri incidenti del genere.
Martina Maiorano
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