Marco Mengoni: vince la sua musica e la sua interiorità
Esattamente dieci anni dopo il suo primo trionfo, Marco Mengoni torna a vincere sul palco dell’Ariston con la canzone Due Vite, rivelandosi protagonista indiscusso di questo 73° Festival della canzone italiana.
Ma qual è stato il percorso che lo ha condotto fin qui?
Classe 1988, Marco Mengoni mostra fin da piccolo una grande passione per la musica, che decide di coltivare iscrivendosi a una scuola di canto. A soli 16 anni comincia la sua carriera da solista, partecipa a diversi provini e si esibisce con cover e canzoni di cui lui stesso è autore.
La sua notorietà emerge con la partecipazione a X Factor nel 2009, e soprattutto con la vittoria del talent che gli assicura un contratto con la casa discografica Sony Music e la partecipazione di diritto al Festival di Sanremo 2010, dove si aggiudica il terzo posto e il Premio della Critica con il brano Credimi ancora.
Dopo numerosi successi in ambito internazionale, tra cui il titolo Best European Act agli MTV Europe Music Award, torna a Sanremo nel 2013 e vince con L’Essenziale.
Da qui la sua carriera è un susseguirsi di successi, fino a diventare una vera e propria icona del pop italiano.
Nello stesso anno arriva l’album Pronto a Correre, in collaborazione con artisti del calibro di Cesare Cremonini e Gianna Nannini.
Nel 2015 pubblica altri due album: Parole in circolo e Le cose che non ho. All’interno dei dischi, entrambi multiplatino, ci sono alcuni dei suoi più grandi successi: Guerriero, Io ti aspetto, Ti ho voluto bene veramente.
Dopo tre anni, un nuovo disco: Atlantico, nato da un lungo viaggio compiuto dall’artista e per questo frutto di numerose contaminazioni musicali, espressioni e simbolo di ciascun luogo visitato.
Gli ultimi due album appartengono al progetto Materia, di cui Terra è la prima parte e Pelle la seconda. Un lavoro di invidiabile successo che la scorsa estate lo ha condotto in un tour negli stadi completamente sold out.
Il 73° Festival di Sanremo lo ha visto calcare nuovamente il palco dell’Ariston.
Fin dall’inizio tra i favoriti, sempre primo nelle classifiche provvisorie e vincitore della serata cover cantando Let it be insieme al Kingdom Choir: meravigliose emozioni che hanno raggiunto l’apice nella serata finale in cui Marco Mengoni viene proclamato per la seconda volta vincitore del Festival.
La canzone proposta è Due vite, da subito coinvolgente grazie alla sua melodia ma soprattutto dalle parole sempre più toccanti e profonde ad ogni ascolto.
Come sempre le canzoni diventano specchio della nostra interiorità e delle nostre emozioni, riusciamo a vedere tra le parole il riflesso di ciò che proviamo e abbiamo vissuto, e anche in questo caso è sicuramente così.
Il pezzo, infatti, viene subito inteso come il racconto di una storia d’amore, di una complicata e intrecciata vita a due, narrata attraverso un susseguirsi di episodi di vita quotidiana e di coppia.
In realtà cela un significato più complesso, e tiene traccia del percorso interiore dell’artista.
“Parla di rapporti”, dice Mengoni in un comunicato, “mettendo al centro la relazione più intima, quella con sé stessi”.
La protagonista, quindi, è una bellissima relazione, un infinito susseguirsi di schiaffi e botte perché è quella che si instaura tra la vita reale e quella che viviamo nei sogni.
Di giorno la mente è come una macchina, si lascia sopraffare degli eventi, dalle situazioni, si adatta, mette da parte tutto ciò che in realtà oscura e invade i pensieri e si finge libera.
Ma la notte è il momento in cui realmente entriamo in contatto con noi stessi, con le nostre fragilità e le nostre paure, non c’è nulla che possa sopraffare i pensieri e nel buio traspare con forza la parte più emotiva di noi e le sensazioni più nascoste.
È di notte che viene fuori la nostra parte più vera.
Sulla musica nasce un racconto che ha due piani di lettura: quello onirico legato al sogno e all’inconscio che si lega e si incastra a scene fortemente realistiche e autobiografiche.
Se questa è l’ultima canzone e poi la luna esploderà
sarò lì a dirti che sbagli, ti sbagli e lo sai
qui non arriva la musica
E tu non dormi
e dove sarai? Dove vai quando la vita poi esagera
Tutte le corse, gli schiaffi, gli sbagli che fai
quando qualcosa ti agita
Quando in cielo esplode la luna la musica si ferma e lascia spazio al silenzio, agli interrogativi, al timore degli sbagli e all’agitazione.
Ma il giorno ritorna e riparte la musica, riparte la vita.
Mengoni torna a Sanremo e ci parla di lui, di un viaggio intimo e prezioso che lascia un invito: bisogna accettare tutto quello che la vita ci offre, tutto ciò che viviamo serve a crescere ed evolversi, compresi gli errori e i momenti di noia.
Tante volte l’artista ha affrontato il tema della salute mentale, riallacciandosi a un disturbo che lo affligge da tempo: il dismorfismo. E forse ci racconta di un viaggio verso l’accettazione, verso l’amore per sé stessi e per la vita, in ogni sua sfumatura.
Perché è così: siamo felici soltanto quando piacciamo ai nostri occhi, nel corpo e nell’anima.
Che giri fanno due vite: il bene e il male di entrambe realizzano ciò che siamo davvero.
Maddalena D’Angelo
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