Maurizio Costanzo, addio all’iconico giornalista romano
È morto oggi Maurizio Costanzo, nella clinica Paideia a Roma.
Costanzo dalla carriera sfavillante, essendo stato un giornalista, conduttore tv, autore, sceneggiatore e negli ultimi anni anche direttore della comunicazione della Roma. Aveva 84 anni, i funerali si terranno lunedì 27 febbraio alle 15, presso la Chiesa degli Artisti, a Roma.
Proprio la capitale ha dato i natali al giornalista, il 28 agosto 1938. Ripercorriamo brevemente la carriera di un gigante della TV italiana, che, come ha scritto Ricky Tognazzi in un tweet commemorativo, ha dato l’ispirazione per una TV “più intima, a volte spudorata, sarcastica”.
Conosciuto soprattutto per il suo Maurizio Costanzo Show, il giornalista è stato autore e protagonista del talk show più longevo della storia della TV italiana, in onda dal 1982 presso il Teatro Parioli, a Roma. Gian Paolo Caprettini, semiologo, linguista e autore dell’opera Del Maurizio Costanzo Show, ha così definito la tecnica di intervista del giornalista: «è un pontefice dell’interruzione. Riesce cioè a far dire, a far seguitare la conversazione e il ragionare, inframmezzandosi al discorso altrui e nello stesso tempo rendendolo possibile. […] Costanzo è maestro di allusioni, che accenna e lascia sospese, quasi fossero da concludere da parte dell’interlocutore o dell’uditorio».
Costanzo, durante la sua carriera, ha firmato moltissimi programmi radiofonici e televisivi e di commedie teatrali, raggiungendo poi la popolarità nel 1976 con il talk show Rai Bontà loro. Ideò e condusse anche altri programmi: Acquario (1978-1979), Grand’Italia (1979-1980) e Fascination (1984).
Non solo: fu anche l’autore di diversi libri, come Chi mi credo di essere (2004, in collab. con G. Dotto), E che sarà mai? (2006), La strategia della tartaruga (2009), Sipario! 50 anni di teatro. Storia e testi (2015), Vi racconto l’Isis (2016) e Smemorabilia. Catalogo sentimentale degli oggetti perduti (2022).
Sposato dal 1995 con Maria De Filippi, i coniugi abitavano a Roma ed avevano adottato un figlio nel 2002. Diplomato in ragioneria nel 1956, non si laureò mai, ottenendo la Laurea Honoris Causa in Giornalismo, editoria e multimedialità nel 2009 presso l’Università IULM di Milano.
Visceralmente appassionato di giornalismo fin da ragazzo, Costanzo ricordò Indro Montanelli come fonte di ispirazione, con queste parole: «Uno zio che aveva capito la mia passione precoce per il giornalismo, mi mandava a casa i ritagli della terza pagina del Corriere della Sera. Mi invaghii di Montanelli, trovai il coraggio di scrivergli, ero al liceo, ai tempi si andava metà settimana al mattino e metà al pomeriggio. Lui una mattina mi chiamò, avevamo il telefono appeso sulla parete in corridoio. Non ci credevo… Lo vidi alla redazione romana in via della Mercede. Mi aiutò nelle prime collaborazioni e mi incoraggiò per tutta la vita. Mi chiamava Costanzino. Lo ha fatto fino alla fine».
Per la sua attività di giornalista impegnato contro la mafia, Costanzo fu anche esposto ad attacchi della criminalità, come quello risalente al 14 maggio 1993, quando una Fiat Uno imbottita di novanta chilogrammi di tritolo esplose a Roma in via Ruggero Fauro, nei pressi del Teatro Parioli. Erano anni in cui Costanzo ospitava il giudice Giovanni Falcone alle sue trasmissioni e in cui, assieme a Santoro, realizzò una maratona Rai – Fininvest contro la mafia. Da quell’attacco in poi, Costanzo visse sottoposto ad un protocollo di protezione.
Maurizio Costanzo è stato un’icona del giornalismo, come ricordato dalla premier Giorgia Meloni. Tantissimi i messaggi di addio al giornalista, da Pippo Baudo a Ricky Tognazzi, ma anche Gianni Morandi, Simona Ventura, Gianluca Grignani, Amadeus, Vladimir Luxuria…
Maria Falcone, sorella di Giovanni Falcone, ricorda in un tweet le straordinarie battaglie antimafia del giornalista romano, celebrando il lavoro prezioso e coraggioso di Maurizio Costanzo.
Topolino lo ricorda in un fumetto, ricordando in un tweet la comparsa del giornalista nella storia Paperica e la Disfida degli Scoop.
Soli quattro mesi fa, così rispondeva Maurizio Costanzo alla domanda di un giornalista del settimanale Sette del Corriere della Sera su come volesse essere ricordato: «Spero semplicemente come una brava persona che ha fatto un programma durato quarant’anni. Un long seller della televisione italiana. Mi auguro che nel 2050 si potranno regalare i cofanetti del Maurizio Costanzo Show come documento, e in mia memoria. Sempre meglio…».
Aurora Scarnera