Rosa Chemical di sera, bel tempo si spera!
Se Marco Mengoni è stato il vincitore (votato e meritato) di questa 73esima edizione del Festival di Sanremo, il vincitore morale e sociale non può essere che lui: Rosa Chemical.
Ma chi è Rosa Chemical e perché la sua presenza e i suoi gesti sono molto più che mero esibizionismo fine a se stesso?
Manuel Franco Roncati nasce a Rivoli il 30 gennaio 1998. Decide di prendere come nome d’arte Rosa Chemical, tributo rispettivamente alla madre e al gruppo My Chemical Romance.
Dopo aver sfilato come modello per Gucci, inizia la sua ascesa musicale nel mondo dell’hip hop e della trap che vede fin da subito un sodalizio con il celeberrimo Greg Willem.
Rosa inizia fin da subito inizia a cantare in uno stile tutto suo, ironico, ben riconoscibile e diverso dalla trap machista o dal’hip hop perbenista che domina la scena musicale odierna già da qualche anno.
Dopo aver duettato con Tananai sulle note di A far l’amore comincia tu di Raffaella Carrà nella serata cover di Sanremo 2022, quest’anno Rosa è salito sul palco dell’Ariston come partecipante, facendo parlare di sé fin da subito.
Dall’annuncio della sua presenza la deputata Maddalena Morgante di Fratelli D’Italia ha pubblicamente citato il rapper preoccupata per “la rivoluzione fluida sul palco dell’Ariston”.
La risposta?
Pailettes, capezzoli, tatuaggi, piercing, piedi, harness, sex toys, twerk e limoni duri in prima serata sul programma di punta della programmazione annua della RAI: nulla di più magnifico!
C’è chi grida a una becera e finta ostentazione della diversità a tutti i costi e dell’esagerazione di un personaggio con fini prettamente mediatici, a discapito di un vero contenuto, ma non è questo il caso.
A partire dalla canzone Made in Italy, dal suo abbigliamento e finendo per il contenuto delle sue esibizioni, Rosa Chemical ha dato più di un vero schiaffo morale al perbenismo e al bigottismo al ceto medio “sanremese”, trascinandolo, volente o nolente, in una rivoluzione in atto, in una realtà dove certi diritti se non dati vengono presi.
E s’è bastato un bacio tra lui e Fedez – in un serata di carciofi, Gino Paoli e Depeche Mode – per renderlo oggetto di discussione, riflessione e minacce ai vertici RAI, s’è bastato cantare un inno all’amore libero (piedini compresi) a sconvolgere così tanto l’opinione pubblica vuol dire che forse il bigottismo è ancora molto presente nell’Italia media.
E no, Sanremo non è solo musica ma uno specchio di costumi, società e, quindi, anche politica italiana. Rosa Chemical si è solo fatto portavoce di una realtà affettiva e identitaria presente qui e oggi, così come hanno fatto la maggior parte dei giovani cantanti scelti da Amadeus per questa edizione.
Rosa ha avuto tutto per sé il palcoscenico più prestigioso di Italia per poter mandare un messaggio d’amore proprio di centinaia di migliaia di giovani (e non solo) e l’ha fatto in una maniera a dir poco magistrale. E poi, se lo “scandaloso” rapper si è ancorato a un ottavo posto fino alla fine un motivo ci sarà!
Mentre aspettiamo curiosi i prossimi passi di questo giovane e peculiare talento della giovane scena musicale italiana non ci resta che fare… “il sesso, l’amore, il sogno, la storia, la festa, la voglia, i piedi, l’Italia!”.
Davide Cacciato
Illustrazione di Alice Gallosi
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