Vacanza: e se le ferie diventassero illimitate?
“Le modalità di come, quando e dove svolgiamo il nostro lavoro sono cambiate radicalmente”, spiega Kathleen Hogan – Executive Vice President per le risorse umane e Chief People Officer di Microsoft – in una nota interna inviata ai dipendenti statunitensi.
“E man mano che abbiamo inseguito questa trasformazione, l’idea di modernizzare la nostra politica inerente alle ferie in un modello più flessibile è stato un successivo passo naturale”.
E se da una parte ci sono aziende che stanno cercando di rivolgere di nuovo l’attenzione verso le vecchie modalità di lavoro (Italia capolista, sempre nelle scelte sbagliate), c’è dall’altra parte chi – come Microsoft – ha deciso di valorizzare ulteriormente il lavoro dei propri dipendenti e di concedere loro dei “discretionary time off” (Dto), vale a dire “permessi discrezionali”.
Si tratta di permessi che il lavoratore può richiedere liberamente (ecco il perché di “ferie illimitate”), senza dover prima accumulare i giorni da utilizzare. Meno trafile, burocrazia molto più snella, maggiore flessibilità sulla gestione del tempo libero del personale, lavoro molto più smart (attenzione al gioco di parole!)
Già applicata a partire da 16 gennaio 2023, riguarda tutti i dipendenti stipendiati, ma solo quelli statunitensi (che al 30 giugno 2022 erano pari a 122mila) – quindi nessun inno alla gioia per il restante dei dipendenti sparsi per il globo.
Nonostante possa sembrare utopia per noi abitanti del vecchio continente, è bene precisare che nel 2021, circa il 4% delle aziende statunitensi offriva piani di ferie illimitate, nessun numero esorbitante: Microsoft, quindi, non è la prima multinazionale ad adottare tale procedura; i suoi predecessori – in campo tech – sono Salesforce, LinkedIn, Oracle e Netflix; antecessore è anche la Goldman Sachs Group, Inc. (banca d’affari) la quale, però, offre tale modalità solo per i dipendenti senior.
Sono ancora tanti i dubbi e le perplessità, ma un primo passo è stato fatto… Il diritto del lavoro è in continuo mutamento e seguirne l’andazzo non è propriamente semplice. Gli stessi datori di lavoro, con l’introduzione di questa novità, avranno maggiori difficoltà (o opportunità) per gestire il team, soprattutto durante i periodi di attività intensa.
A noi non resta che confidare nel buon senso dei dipendenti e degli stessi datori di lavoro, con la speranza che questa conquista non sia solo un contentino sulla falsariga dei bonus che dal 2020 ad oggi ci stanno propinando in Italia.
Antonietta Della Femina
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